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   (seconda parte)Sopra i 2000                                                                                              

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Monte Tre Confini  Venerocolo

SCHEDA

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Cartina

 

Monte Tre Confini o Venerocolo (m 2570) da Schilpario, giro ad anello

Escursione grandiosa e lunga (disl+ m. 1800, Km 27,5, ore 9)

Il Monte Venerocolo o anche Tre Confini è una bella e massiccia montagna facente parte delle Alpi Orobie. E’ situata a cavallo di tre provincie sui cui territori degradano le sue fiancate: Brescia, Bergamo e Sondrio, con i rispettivi Comuni di Paisco Loveno, Schilpario e Teglio. I diversi versanti possono essere risaliti senza troppe difficoltà per raggiungere la vetta, ad esclusione della cresta ovest e cioè dal Passo del Venerocolo, in quanto si presenta aerea e con roccia poco solida. La via normale e più semplice è quella che sfrutta la cresta sud-est che collega la sua cima al Passo del Sellerino (m 2412), valico quindi che rappresenta il passaggio obbligato per la nostra meta. Il Passo del Sellerino mette in comunicazione l’omonima valle (bresciana) con l’alta Valle del Venerocolino (bergamasca). In questa escursione si raggiunge la cima della montagna partendo da Schilpario, andando a realizzare un grandioso anello che ci consente di passare in rassegna la spettacolare Valle del Venerocolino, il Passo del Venerocolo e gli omonimi laghetti, i Laghetti di S. Carlo, il Passo del Sellerino ed il M. Tre Confini ovviamente, il Passo del Gatto, il Lago di Valbona, i Laghetti delle Valli (abbastanza vicini al Passo del Vivione), e Schilpario. Il percorso è molto lungo e si aggira sui 28 Km, il dislivello non è da meno raggiungendo i 1800 metri positivi, perciò è una escursione adatta agli amanti delle lunghe distanze dotati di buone gambe e allenamento. La salita per cresta alla vetta del Tre Confini non è mai troppo difficile, nè troppo lunga, ma richiede comunque qualche semplice passo di arrampicata e passo sicuro, specie in discesa. E’ possibile comunque limitarsi al Passo del Venerocolino o evitare anche ques’ultimo, senza per questo precludere la soddisfazione per la gita. 

Itinerario

La partenza avviene da Ronco (m 1070) di Schilpario, dove si parcheggia l’automobile nei pressi di una marcata curva destrorsa sotto la quale scorrono le acque del Torrente Val di Vò unite al torrente che scende dalla Valle del Venerocolino. Si potrebbe proseguire oltre con l’automobile sino agli ampi spazi che precedono l’ex Ristorante Vò, ma siccome il ritorno avverrà dalla strada asfaltata che scende da Schilpario conviene lasciarla all’inizio della stradina, comunque su comodo slargo.

La carrereccia semipianeggiante, raggiunge dopo circa un km e 30 metri di dislivello, la località Paghera e la segnaletica dei sentieri 413 e 414, rispettivamente per la Valle del Vò e del Venerocolino. Si prende il sentiero di destra 414 che si alza ripidamente nel bosco sul versante orografico sinistro della Valle del Venerocolino, mentre quello di sinistra 413 porta al Rifugio Tagliaferri risalendo la bella Valle del Vò. Si cammina su sentiero battuto e ben segnato che sale zigzagando tra la vegetazione in costante evoluzione con l’aumentare dell’altitudine. Dopo una ventina di minuti si prosegue più dolcemente su sentiero a tratti erboso, sino ad uscire dal bosco. Molto presto si raggiunge una spaziosa radura con bella vista sul versante nord della Presolana che troneggia sullo sfondo mentre alla nostra destra le alte pareti dei “Canali del Rame” chiudono ad oriente la valle. Successivamente si compie un ampio giro a semicerchio verso sinistra, con l’incredibile paesaggio che dal pascolo raggiunge le alte rocce tra le quali scendono alcune cascatelle. Tramite un bel ponte di legno si supera un copioso corso d’acqua raggiungendo cosi il versante orografico destro della valle, continuando poi a salire nel bosco con alcuni tornanti. Dopo aver guadagnato quota, si riesce nuovamente dal bosco proprio sotto agli erbosi costoni orientali del M. Bognaviso (m 2287). Si passa sotto ad una cascatella, a volte asciutta, che si getta proprio sul sentiero e quindi, dopo alcune svolte che rimontano un gradone, si continua sulla gradevole mulattiera militare in lieve pendenza sino a raggiungere, in maniera quasi improvvisa, il primo dei Laghi del Venerocolo (m 2270) mentre su un dosso roccioso appare evidente un omino di pietre con croce fatta di rami; alla destra di questa croce spunta la cima del M. Venerocolo o Tre Confini, nostra meta pricipale. Si prosegue semipianeggianti sino al più piccolo dei laghetti ma anche il più alto (m 2305) e successivamente si raggiunge il più bello e grande alla quota di m. 2293, situato nei pressi e poco sotto al Passo del Venerocolo (m 2315). Si incrocia il Sentiero Cai 416 facente parte anche del “Itinerario Naturalistico del Curò”, che va seguito verso destra (est) in direzione del Vivione, mentre verso sinistra procede in direzione del Rif. Tagliaferri; conviene però raggiungere temporaneamente il vicinissimo valico del Venerocolo dal quale è possibile allungare lo sguardo sulla Valle del Venerocolo.

 

Ritornati sui nostri passi si riprende il percorso sul Sentiero 416, direzione est, inizialmente in lieve discesa e poi in modesta risalita, raggiungendo in circa 20 minuti i bei Laghetti di S. Carlo ed il bivio (m 2294) per il Passo del Sellerino (m 2412), che si raggiunge in altri venti minuti di moderata salita, dove giunge il Sentiero Cai 301 proveniente dalla Valle del Sellerino. Dal valico si risale la ripida cresta sud-est fatta di erbe miste a pietre, zigzagando sulle evidenti tracce per gran parte della salita, ad esclusione della parte finale, fatta tutta di pietre e rocce, che si supera destreggiandosi preferibilmente sulla sinistra. Sulla panoramica vetta (m 2570) è presente una piccola crocetta in ferro e sotto di noi verso NW appare la Valle del Venerocolo e la profonda insenatura del Lago di Belviso oltre la quale svetta il M. Torena (m 2911). Tutto ad ovest è possibile scorgere i tre Laghetti del Venerocolo passati precedentemente. La cresta NNE che ci collega al M. Colombaro (m 2686) e successivamente al M. Sellero (m 2733) separa la Valle del Venerocolo da quella del Sellerino prima e del Sellero poi, alla fine della cresta, sulla sinistra e oltre il M. Sellero svetta il M. Telenek (m 2753). In direzione nord-est, al di là della Valle del Sellero, risulta inconfondibile il panettone del M. Largone (m 2450) ed in lontananza l’Adamello.

 

Si ridiscende sino al valico del Sellerino e quindi al Sentiero 416, abbandonato in precedenza, ritornando verso i sottostanti Laghetti di S. Carlo dove si prosegue sul bel sentiero che aggira le pendici meridionali del M. Sellerino (m 2507). In breve si raggiunge il vicino Passo del Gatto (m 2415) incastonato nelle rocce tra il M. Sellerino e la Cima di Valle Asinina (m. 2472); porre attenzione prima di raggiungere il passo, osservando gli scoscesi pendii ombrosi che scendono dalla Cima di Valle Asinina, perché è facile individuare i camosci.

 

Dal Passo del Gatto inizia la lunga discesa, dapprima costeggiando le pendici meridionali della Costa di Valbona e quindi degradando con lungo semicerchio antiorario ad aggirare l’omonimo e caratteristico laghetto (m 2055) con le sue acque verdi, e poi ancora giù costeggiando il versante orografico desto della Valbona ed il suo torrente, sino a superare a m. 2009 una baita ed a raggiungere successivamente la Malga Gaffione (m 1825). Qui si potrebbe rimanere sul sentiero 416 e raggiungere il vicino Rifugio al Passo del Vivione (m 1828) qual’ora si volesse accorciare l’escursione, ovviamendo avendo preparato una seconda auto per tornare a Schilpario.

Nei pressi della Malga Gaffione si intercetta il Sentiero 415 col quale si attraversa una conca pascoliva e, superato il torrentello che scende dalla Valle Asinina tramite ponticello, si risale sino ai Laghetti delle Valli (m.1993, m1979, m.1957 e m.1953), situati in una zona pascoliva chiusa a sud-ovest dal M. Gaffione (m. 2035) e a nord-est dal M. Busma (m. 2135). Si raggiunge, sempre su sentiero marcato, la depressione posta tra le due cime poc’anzi menzionate scendendo poi spediti, piegando ad est, sull’alpeggio del Busma sino ad entrare nel bosco. Il sentiero, così come il bosco, è molto bello e zigzagando tra i larici sbuca nei pressi della chiesetta di S. Elisabetta (m. 1137) ad est del paese di Schilpario. Si attraversa il paese e su strada asfaltata si raggiunge il tornante di Ronco chiudendo il lungo anello. Il dislivello di salita sino alla Cima è di 1500 metri ai quali vanno sommati i 155 metri per il Passo del Gatto più i 159 per i laghetti. Totale + 1814, Km 27,5 – ore 9.20..

 

 

  Earth        File Gpx                                                                                                                                   mappa 

Partenza

quota

Arrivo

quota

dislivello

max

Tempo

Km

Difficoltà

Data

Ronco

(Schilpario)

1070

Passo del Venerocolo

2315

1245

h. 3.00

9,0

E

 

07/09/2021

11/10/2017

Passo del Venerocol

2315

Passo del Sellerino

2412

97

h. 0.40

1,9

E

Passo del Sellerino

2412

Monte

Tre Confini

2570

158

h. 0.30

0,8

EE+

Monte

Tre Confini

2570

Passo

del Gatto

2416

155

-310

h. 1.15

2,7

EE+/E

Passo

Del Gatto

2416

Malga Gaffione

1825

-591

h. 1.45

4,3

E

Malga Gaffione

1825

Laghetti

delle Valli

1983

159

h. 0.30

1,7

E

Laghetti

delle Valli

1983

Ronco

(Schilpario)

1070

-913

h. 1.40

7,1

E+

TOT

1814

h. 9.20

27,5

 

 

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La Valle

del Venerocolino

Croce ad un lago del Venerocolo

Lago del Venerocolo m.2293

Lago del Venerocolo m.2293

Lago del Venerocolo

dal 416

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Lago e Passo del Venerocolo

Il M. Tre Confini dal Passo del Venerocolo

Il M. Tre Confini

Un laghetto di S. Carlo

Passo del Sellerino

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Cresta sud-est

Cresta sud-est

Vetta del M. Tre Confini

Il M. Torena dal

Tre Confini

In vetta

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Cresta NNE

I Laghetti del Venerocolo

Scendendo verso il Passo del Sellerino

Stelle Alpine

I Laghetti di S.Carlo

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Panorama verso la Valle del Sellero dal Passo del Sellerino

Il M. Largone e l’Adamello

Un laghetto di S.Carlo

Passo del Gatto

Costiera Valbona Pertecata

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Laghetto di Valbona

Laghetto di Valbona e M. Poiat

M. Poiat e Cima di

Val Asinina

Un laghetto delle Valli

Laghetto delle Valli

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Un laghetto delle Valli e M. Gaffione

Il M. Gaffione

Laghetti delle Valli

Passo del Vivione

Scendendo a Schilpario

 

 

   (seconda parte)Sopra i 2000