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   (seconda parte)Sopra i 2000                                                                                              

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Panorama dal M.Busma

SCHEDA

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Mappa GeoresQ

 

M. Busma (m 2135), M. Gaffione (m 2035) e i Laghetti delle Valli  Val di Scalve

 

Rilievi pascolivi poco appariscenti appartenenti alle Alpi Orobie bergamasche, nella zona a Sud-Ovest del Passo del Vivione, specie il M. Busma che gli è più prossimo; Il M. Gaffione invece, con il suo versante occidentale, arriva a guardare sull’imbocco della verdeggiante Valle del Venerocolino. Sono separati a loro volta dalla bucolica conca che ospita i bei Laghetti delle Valli, che rendono più meritevole un’escursione a questi cimotti. Bella la vista che si può godere sulle Vette Prealpine della sezione meridionale della Val di Scalve, chiamata dai romani “Vallis Decia”, dal nome del Fiume Dezzo che l’attraversa. Dalla fiancata occidentale del M. Busma, diparte verso Nord, una costola con fiancate modeste verso oriente, mentre cadono più alte e più dirupate verso la Valle del Venerocolino a formare i cosiddetti Canali del Rame: da questa costola si crea la bella Cima di Val Asinina. Il M. Busma chiude a meridione proprio la Valle Asinina. L’escursione ai Laghetti delle Valli e la salita a queste Cime, risulta assai contenuta se si parte dal Passo del Vivione, mentre se effettuata da Schilpario col Sentiero CAI 415, come in questa relazione, diventa abbastanza corposa e varia, visto i circa 1000 metri di dislivello da superare ed il ritorno, a chiudere l’anello tramite il Sentiero CAI 427, detto delle Torbiere. Partendo da Schilpario a circa 1137m, si sale lungo un suggestivo bosco di conifere che ad inizio estate inebriano l’aria di un dolcissimo profumo di resina, sino a raggiungere il fantastico paesaggio dei tre laghetti, dove è possibile osservare le tipiche torbiere alpine e ammirare il circo glaciale della Valle Asinina.

 

Itinerario

Raggiungere Schilpario con la SP294 della Val di Scalve ed attraversarlo sino a raggiungere la parte orientale del paese. La partenza del Sentiero 415 è indicata da una freccia segnaletica posta sulla sinistra della strada che sale al Passo del Vivione, poco dopo la Chiesetta di Santa Elisabetta e di fronte alla sede del Soccorso Alpino. Il sentiero inizia a risalire la valle con pendenza moderata nel bosco fino a quota 1321 m. Con numerose svolte si guadagna poi rapidamente quota e si tocca il roccolo di Busmino (1639 m) e l'alpeggio del M. Busma,  che in realtà il nostro percorso non attraversa, ma lo costeggia sul lato sinistro risalendo con una serie di tornantini lo spiazzo erboso al limitare del bosco. Nei pressi del ruscello che si incontra, la strada piega diagonalmente verso ovest, si inoltra tra radi larici ed entra poi in un ampio vallone caratterizzato da pini mughi e larici. Si percorrono due successivi tornanti, si raggiunge la sommità della costa che scende dal Busma, alla quota di circa 1870 metri. Si prosegue poi tagliando il pendio diagonalmente e puntando all’evidente sella formata dal M.Gaffione e dalla parte occidentale del M.Busma. Giunti alla depressione (m 1960), si può vedere il primo dei tre laghetti delle Valli (m 1957). Il sentiero prosegue verso NE costeggiando, leggermente rialzato, la riva destra del laghetto e lasciando sulla sinistra il secondo laghetto (m 1979), più grande. Proseguendo in leggera salita nella stessa direzione si giunge al punto più elevato (m 1994) dove è situato il terzo laghetto, a volte asciutto, ed in pratica si raggiunge il Passo che si affaccia sul Passo del Vivione.

Per salire al M. Busma si individuano le tracce che salgono sul suo facile costone prativo in direzione est sino al largo crinale. Si continua poi in falso piano verso NE fino a raggiungere un omone di sassi, tenuti assieme da una rete metallica, ad indicarne la cima (m 2135). Bello il panorama sulla conca che ospita i laghetti, verso la Valle Asinina dove scende una bella cascata e sul Passo del Vivione.  -  (20/25 minuti).

Per raggiungere la Cima del M.Gaffione si punta una selletta al di là dei laghetti e si rimonta, tra qualche fastidioso cespuglietto, un primo basso gobbone, poi si punta al secondo che ne costituisce la Cima (m 2035). Suggestiva vista verso occidente sulle sottostanti valli del Vo e del Venerocolino e dei monti Tornello, Bognaviso e Venerocolo. – (15/20 minuti).

Il ritorno: superato il terzo laghetto, il Sentiero 415 incomincia a scendere superando alcune collinette ricoperte da una distesa di rododendri mentre, sulla sinistra, si possono osservare delle tipiche torbiere alpine e si può ammirare il circo glaciale della Valle Asinina, da cui scende un ruscello. Si continua a scendere fino al greto del torrente, che si attraversa mediante un ponticello di legno. Incontriamo anche le frecce segnaletiche dove i sentieri 415 e 427 si intersecano: qualora si decidesse di raggiungere anche il vicino Rif. al Passo del Vivione, si prosegue sul Sentiero 415. Dal Passo tramite la strada asfaltata c’è poi l’alternativa di ritornare all’auto passando dal Rif. Bagozza e quindi con il consueto e consolidato percorso sino ai Fondi…

In questa escursione si rientra seguendo le indicazioni del Sentiero 427 (delle torbiere). Il tracciato contrassegnato con i segnavia bianchi e rossi del CAI, dopo aver lasciato alle spalle i ruderi della vecchia baita del Gaffione e superato una torbiera, scende in direzione sud costeggiando il Torrente Valbona (destra orografica). In questo tratto il sentiero è poco evidente poiché rimane parzialmente nascosto dalla continua crescita di erbe e di rododendri. Numerose sono le pozze intorbate che si incontrano nel cammino, facilmente superabili camminando sui massi levigati che emergono dalla bassa vegetazione. Il luogo è poco frequentato e ci si trova in un ambiente rimasto pressoché intatto. Ad un certo punto è necessario attraversare il torrente una prima volta, senza l’aiuto di ponti, per raggiungere la sinistra orografica ed in seguito un’altra volta per ritornare su quella destra. Si passa quindi da una prateria alpina ricca di rododendri fino ad entrare, in consistente discesa, in un lariceto dove si incontra la biforcazione per la Miniera Stentata (CAI 426) che si ignora (si ricongiunge comunque più sotto presso i vecchi impianti di estrazione). Poco sotto una passerella ci consente di riattraversare il vivace torrente e giungere all’ampio piazzale dove una volta veniva effettuata la prima lavorazione del materiale ferroso estratto in zona. (in determinati periodi è possibile far visita alle miniere). Non rimane che raggiungere la sottostante strada asfaltata e percorrere i circa tre km che ci separano dalla chiesetta di S.Elisabetta. 

 

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Partenza

quota

Arrivo

quota

dislivello

max

Tempo

Km

Difficoltà

Data

Schilpario

S.Elisabetta

1137

Laghetti

delle Valli

1994

857

h. 2.00

E

16/06/2018

Laghetti

Delle Valli

1994

Schilpario

S.Elisabetta

1137

-857

h. 2.10

E

 

 

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Earth

Mappa GeoresQ

Mappa Sentieri Orobie

Mappa Ingenia

Sentiero 415

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Verso i Laghetti

delle Valli

Un Laghetto delle Valli

Un Laghetto delle Va

Monte Busma

Monte Busma

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Pascoli del Busma e la Val di Scalve

Scendendo

dal M.Busma

La Valle

del Venerocolino

Schilpario

dal M.Gaffione

M. Gaffione

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Il terzo

Laghetto delle Valli

Il Passo del Vivione

dal 415

Rododendri

Malga del Busma

Ruscello che scende dalla Val Asinina

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Sentiero 427

(delle Torbiere)

Sul Sentiero 427

Sul Sentiero 427

Rododendri

Segnaletica 427

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La passerella

sul T. di Valbona

Torrente di Valbona

Il Sentiero

delle Torbiere

Verso l’area mineraria

Area mineraria

 

 

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