Rilievi pascolivi poco appariscenti appartenenti
alle Alpi Orobie bergamasche, nella zona a Sud-Ovest del Passo del Vivione, specie
il M. Busma che gli è più prossimo; Il M. Gaffione invece, con il suo versante
occidentale, arriva a guardare sull’imbocco della verdeggiante Valle del Venerocolino. Sono separati a loro
volta dalla bucolica conca che ospita i bei
Laghetti delle Valli, che rendono più meritevole un’escursione a questi
cimotti. Bella la vista che si può godere sulle
Vette Prealpine della sezione meridionale della Val di Scalve, chiamata
dai romani “Vallis Decia”, dal nome del Fiume Dezzo che l’attraversa. Dalla
fiancata occidentale del M. Busma, diparte verso Nord, una costola con fiancate modeste verso
oriente, mentre cadono più alte e più dirupate verso la Valle del
Venerocolino a formare i cosiddetti Canali del Rame: da questa costola si
crea la bella Cima di Val Asinina. Il M. Busma chiude a meridione proprio la Valle Asinina. L’escursione ai Laghetti
delle Valli e la salita a queste Cime, risulta assai contenuta se si parte
dal Passo del Vivione, mentre se effettuata da Schilpario col Sentiero CAI 415, come
in questa relazione, diventa abbastanza corposa e varia, visto i circa 1000
metri di dislivello da superare ed il ritorno, a chiudere l’anello tramite il Sentiero CAI
427, detto delle Torbiere. Partendo da Schilpario a circa 1137m, si sale lungo un suggestivo bosco di conifere
che ad inizio estate inebriano l’aria di un dolcissimo profumo di resina,
sino a raggiungere il fantastico paesaggio
dei tre laghetti, dove è possibile osservare le
tipiche torbiere alpine e ammirare il circo glaciale della Valle
Asinina.
Itinerario
Raggiungere Schilpario
con la SP294 della Val di Scalve ed attraversarlo sino a raggiungere la
parte orientale del paese. La partenza del Sentiero
415 è indicata da una freccia
segnaletica posta sulla sinistra della strada che sale al Passo del
Vivione, poco dopo la Chiesetta
di Santa Elisabetta e di fronte alla sede del Soccorso Alpino. Il sentiero inizia a risalire
la valle con pendenza moderata nel bosco fino a quota 1321 m. Con numerose
svolte si guadagna poi rapidamente quota e si tocca il roccolo di Busmino
(1639 m) e l'alpeggio del M. Busma,
che in realtà il nostro percorso non attraversa, ma lo costeggia sul
lato sinistro risalendo con una serie di tornantini lo spiazzo erboso al
limitare del bosco. Nei pressi del ruscello
che si incontra, la strada piega diagonalmente verso ovest, si inoltra tra
radi larici ed entra poi in un ampio vallone
caratterizzato da pini mughi e larici. Si percorrono due successivi
tornanti, si raggiunge la sommità della costa che scende dal Busma, alla
quota di circa 1870 metri. Si prosegue poi tagliando
il pendio diagonalmente e puntando all’evidente sella formata dal
M.Gaffione e dalla parte occidentale del M.Busma. Giunti alla depressione
(m 1960), si può vedere il primo dei tre
laghetti delle Valli (m 1957). Il sentiero prosegue verso NE
costeggiando, leggermente rialzato, la riva destra del laghetto e lasciando
sulla sinistra il secondo laghetto (m
1979), più grande. Proseguendo in leggera salita nella stessa direzione si
giunge al punto più elevato (m 1994) dove è situato il terzo laghetto, a volte asciutto, ed in
pratica si raggiunge il Passo che si affaccia
sul Passo del Vivione.
Per salire al M. Busma si individuano le
tracce che salgono sul suo facile costone
prativo in direzione est sino al largo crinale. Si continua poi in falso piano verso NE fino a raggiungere un omone di sassi, tenuti assieme da una rete
metallica, ad indicarne la cima (m 2135). Bello
il panorama sulla conca che ospita i laghetti, verso la Valle Asinina dove scende una bella
cascata e sul Passo del Vivione. -
(20/25 minuti).
Per raggiungere la Cima del M.Gaffione si punta una selletta al di là dei laghetti e si rimonta, tra
qualche fastidioso cespuglietto, un primo basso gobbone, poi si punta al secondo che ne
costituisce la Cima (m 2035). Suggestiva
vista verso occidente sulle sottostanti
valli del Vo e del Venerocolino e dei monti Tornello, Bognaviso e Venerocolo.
– (15/20 minuti).
Il
ritorno: superato il terzo
laghetto, il Sentiero 415 incomincia a scendere superando alcune
collinette ricoperte da una distesa di rododendri mentre, sulla sinistra,
si possono osservare delle tipiche torbiere
alpine e si può ammirare il circo glaciale della Valle Asinina, da cui scende un ruscello. Si continua a
scendere fino al greto del torrente, che si attraversa mediante un ponticello di legno. Incontriamo anche le frecce segnaletiche dove i sentieri 415 e
427 si intersecano: qualora si decidesse di raggiungere anche il vicino Rif.
al Passo del Vivione, si prosegue sul Sentiero 415. Dal Passo tramite la
strada asfaltata c’è poi l’alternativa di ritornare all’auto passando dal
Rif. Bagozza e quindi con il consueto e consolidato percorso sino ai Fondi…
In questa escursione si
rientra seguendo le indicazioni del Sentiero 427
(delle torbiere). Il tracciato contrassegnato con i segnavia bianchi e
rossi del CAI, dopo aver lasciato alle spalle i ruderi della vecchia baita
del Gaffione e superato una torbiera, scende in direzione sud costeggiando
il Torrente Valbona (destra orografica). In
questo tratto il sentiero è poco evidente poiché rimane parzialmente
nascosto dalla continua crescita di erbe e di rododendri. Numerose sono le
pozze intorbate che si incontrano nel cammino, facilmente superabili camminando sui massi levigati che emergono
dalla bassa vegetazione. Il luogo è poco frequentato e ci si trova in un ambiente rimasto pressoché intatto. Ad un
certo punto è necessario attraversare il
torrente una prima volta, senza l’aiuto di ponti, per raggiungere la
sinistra orografica ed in seguito un’altra
volta per ritornare su quella destra. Si passa quindi da una prateria alpina ricca di rododendri fino ad
entrare, in consistente discesa, in un lariceto dove si incontra la biforcazione per la Miniera Stentata (CAI
426) che si ignora (si ricongiunge comunque più sotto presso i vecchi
impianti di estrazione). Poco sotto una
passerella ci consente di riattraversare il vivace torrente e giungere all’ampio piazzale dove una volta veniva
effettuata la prima lavorazione del materiale ferroso estratto in zona. (in
determinati periodi è possibile far visita alle
miniere). Non rimane che raggiungere la sottostante strada asfaltata e
percorrere i circa tre km che ci separano dalla chiesetta di
S.Elisabetta.
Mappa GeoresQ Mappa Sentieri Orobie Mappa Ingenia
Partenza
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quota
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Arrivo
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quota
|
dislivello
|
max
|
Tempo
|
Km
|
Difficoltà
|
Data
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Schilpario
S.Elisabetta
|
1137
|
Laghetti
delle Valli
|
1994
|
857
|
|
h. 2.00
|
|
E
|
16/06/2018
|
Laghetti
Delle Valli
|
1994
|
Schilpario
S.Elisabetta
|
1137
|
-857
|
|
h. 2.10
|
|
E
|
|