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   (seconda parte)Sopra i 2000                                                                                              

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Rifugio Tagliaferri

SCHEDA

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Cartina

 

Rifugio Tagliaferri (m 2328) dalla Valle del Venerocolino, giro ad anello.

 

E’ il rifugio più alto delle orobie bergamasche e la sua posizione centrale né permette l’accesso dalla Valle di Scalve, dalla Val Seriana e dalla Valtellina. E’ situato al Passo di Venano nell’alta Valle del Vò e regala panorami spettacolari. La salita dalla splendida Valle del Venerocolino col Sentiero CAI 414 ed a seguire Il Sentiero CAI 416 per raggiungerlo, rappresenta sicuramente un’itinerario più impegnativo, in termini di sviluppo e dislivello, rispetto a quello classico col Sentiero CAI 413 ( già visto nella relativa SCHEDA), che sarà invece utilizzato per il ritorno, scendendo dalla Valle del Vò. Poco prima di raggiungere il Passo del Venerocolo, si passa accanto ai bellissimi omonimi laghetti. Il tratto di sentiero (416) che si percorre dal citato valico (m 2315) al Tagliaferri, fa parte dell’ “Itinerario Naturalistico del Curò” (che unisce l’omonimo rifugio al Passo del Vivione) e presenta, in alcuni punti, dei brevi momenti di esposizione comunque mai difficili anche perché attrezzati (EEA).    

Itinerario

Il sentiero parte in località Paghera (m 1100) che si raggiunge da Ronco (m 1070), seguendo la stradina carrabile che, verso sinistra, si stacca dalla strada principale per Schilpario subito dopo un tornante destrorso (sul Torrente Val di Vò). La carrereccia conduce in meno di un km ai grandi spazi della località Paghera (m 1100), poco prima dell’ex ristorante Vò, dove si può parcheggiare.

Ci si incammina sulla strada incontrando molto presto la segnaletica dei sentieri 413 e 414, rispettivamente per la Valle del Vò e del Venerocolino. Si prende il sentiero di destra 414 che si alza ripidamente nel bosco sul versante orografico sinistro della Valle del Venerocolino, mentre quello di sinistra 413 porta al Rifugio Tagliaferri risalendo la bella Valle del Vò. Si cammina su sentiero battuto e ben segnato che sale zigzagando tra la vegetazione in costante evoluzione con l’aumentare dell’altitudine. Dopo una ventina di minuti si prosegue più dolcemente su sentiero a tratti erboso, sino ad uscire dal bosco. Molto presto si raggiunge una spaziosa radura con bella vista sul versante nord della Presolana che troneggia sullo sfondo mentre alla nostra destra le alte pareti dei “Canali del Rame” chiudono ad oriente la valle. Successivamente si compie un ampio giro a semicerchio verso sinistra, con l’incredibile paesaggio che dal pascolo raggiunge le alte rocce tra le quali scendono alcune cascatelle. Tramite un bel ponticello di legno si supera un copioso corso d’acqua raggiungendo cosi il versante orografico destro della valle, continuando poi a salire nel bosco con alcuni tornanti. Dopo aver guadagnato quota, si riesce nuovamente dal bosco sotto agli erbosi costoni orientali del M. Bognaviso (m 2287). Si passa sotto ad una cascatella, a volte asciutta, che si getta proprio sul sentiero e quindi, dopo alcune svolte che rimontano un gradone, si continua sulla gradevole mulattiera militare in lieve pendenza sino a raggiungere, in maniera quasi improvvisa, il primo dei Laghi del Venerocolo (m 2270) mentre su un dosso roccioso appare evidente un omino di pietre con croce fatta di rami; alla destra di questa croce spunta la cima del M. Venerocolo o Tre Confini (m 2570). Si prosegue semipianeggianti sino al più piccolo dei laghetti ma anche il più alto (m 2305) e successivamente si raggiunge il più bello e grande (detto Lago Bianco) alla quota di m. 2293, situato nei pressi e poco sotto al Passo del Venerocolo (m 2315). Si incrocia il Sentiero Cai 416 facente parte anche dell’ “Itinerario Naturalistico del Curò”, che va seguito verso sinistra (ovest), mentre verso destra procede in direzione del Vivione; conviene però raggiungere temporaneamente il vicinissimo valico del Venerocolo dal quale è possibile allungare lo sguardo sulla Valtellina e sulle cime delle Alpi Retiche. Questo facile valico era in passato una delle più frequentate vie di comunicazione tra la Valtellina e la Val di Scalve, utilizzato da pastori, carbonai, contrabbandieri e cacciatori.

Si riprende il percorso verso ovest, mentre la mulattiera a tratti diviene semplice sentiero, salendo decisamente alle falde del M. Venerocolino (m 2569) sino a raggiungere un canalone ove alcune maniglie di ferro favoriscono l’attraversamento. Superatolo si abbandona la mulattiera, rovinata da una frana, per salire ad una selletta dalla quale, in territorio valtellinese, si guadagna con comodo percorso semipianeggiante il Passo del Demignone (m 2485). Sempre notevole è la panoramicità del percorso che, correndo vicino alla linea del crinale, consente vaste vedute sulla Val di Scalve e alcuni scorci su quella di Belviso. Da una di queste sellette panoramiche, in corrispondenza di una postazione militare realizzata con grosse pietre, prende avvio l’impegnativo tratto del “Ruinù” che significa, in dialetto, grossa frana: per circa trecento metri si attraversa infatti uno scosceso versante dove il tracciato si snoda tra detriti, sfasciumi, canali e rocce, dove la presenza di catene lungo il tratto (semipianeggiante) consente l’utilizzo degli accessori per l’autoassicurazione, tipo moschettoni e cordino, vivamente consigliati anche se la larghezza del sentiero è sempre discreta. Un omino di pietra segna il passaggio ai più dolci versanti detritici situati sotto lo spallone meridionale del M. Demignone (m 2587), dai quali risulta evidentissimo e intuibile il tracciato della mulattiera che conduce sino al Passo di Venano (m 2328), che ospita il già visibile Rifugio Tagliaferri. Si inizia una discesa che con alcuni larghi tornanti conduce al Passo del Vò (m 2368), dove è possibile ammirare il grande invaso del Lago di Belviso, forse il più grande delle Orobie. Si continua sulla mulattiera che in semipiano conduce al Passo di Venano, mentre davanti a noi e oltre il Rifugio Tagliaferri si staglia evidente la piramide inconfondibile del Pizzo Tornello (m 2687), situata a sud del Passo di Belviso separandolo dalla cresta Cima Trobio_Pizzo Strinato (m 2865/2833). Si giunge così, dopo circa 5 ore dalla partenza, al Rif. Nani Tagliaferri, solitamente aperto in modo continuo da fine luglio a metà settembre.

Si ricorda che questo rifugio è il ricovero alpino custodito più alto delle Orobie ed è intitolato al forte Alpinista Scalvino Nani Tagliaferri, scomparso nel 1981 su una montagna delle Ande Peruviane. Nei pressi è presente una scultura metallica, una croce in pietra, un pezzo di artiglieria leggera ed una campana.

Per il ritorno si risale al vicino crocevia di sentieri, quindi si seguono le indicazioni del Cai 413 (vicino al rifugio, diparte verso SSW un traccia molto scoscesa, chiamata Sentiero della Bandiera, che taglia e accorcia l’iniziale discesa sino alla quota di circa 2000 metri dove riprende il sentiero normale, ma per niente comoda). Ci si dirige prima verso Sud, semipianeggianti, incontrando quasi subito un torrente incassato nelle rocce che si supera, senza difficoltà, con l’aiuto di alcune catene. Si continua sul comodo sentiero, verso sud in semipiano, per circa un km sino a quando, poco sopra al Laghetto del Tornello (m 2186) si comincia a girare gradualmente verso sinistra assumendo poi la direzione Nord. Si perde quota sul pendio di erbe e pietrame, si supera un torrentello e si oltrepassa un canale più grande nel quale scorre copiosa l’aqua che scende dalla ripida costiera, sino a raggiungere  l’inizio di una serie di serpentine che ci fanno perdere velocemente ulteriore quota. Si raggiunge così l’ampia conca pascoliva del Venano Superiore (m 1864). Successivamente si toccano i bei pascoli delle Baite Venano di Mezzo (m 1679), dai quali verso nord-ovest è possibile ammirare un’alta cascata originata dal Torrente Val di Vò, che scende dalla conca del Venano Superiore. Dopo averlo attraversato, si continua verso sud in moderata discesa, costeggiando il versante orografico destro della valle, che via via si fa sempre più stretta e incassata. Superati anche i prati della Baita Venano di Sotto (m 1542), il sentiero, pur perdendo quota, rimane alto rispetto al torrente ed entra nel bosco. Si raggiunge un rudere e successivamente il bivio dove il sentiero, ormai mulattiera conduce direttamente a Ronco. Lo si ignora tenendo la sinistra sino a raggiungere un primo ponte, oltre il quale subito si passa il bivio per la cascata del Vò (per la quale se ne consiglia vivamente la visita, spendendo pochissimi minuti di cammino dal sentiero principale). Un ulteriore ponte più massiccio ci consente di attraversare il ramo più grosso del torrente e raggiungere la bella sterrata, sempre Cai 413, con la quale si attraversa in piano il bellissimo bosco, chiudendo successivamente l’anello.

 

  Earth           file  Gpx                                                                                                                                    mappa 

Partenza

quota

Arrivo

quota

dislivello

max

Tempo

Km

Difficoltà

Date

La Paghera

(Ronco)

1100

Passo del Venerocolo

2315

1215

h. 3.00

8,85

E

10/08/2019

18/08/2018

Passo del Venerocolo

2315

Passo di Venano

2328

+260

-247

h. 1.30

5

EEA

Passo di Venano

2328

La Paghera (Ronco)

1100

-1228

h. 2.45

10,34

E+

 

 

Agosto 2019 - Escursione coi Lupi di S. Glisente

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Lupi di S. Glisente

Valle del Venerocolino

Il Monte Venerocolo

o Tre Confini

Sosta ad uno dei laghi del Venerocolo

Laghetto alto

del Venerocolo

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Verso il

Passo del Venerocolo

Il Laghetto Bianco

Il Laghetto Bianco

Dopo il Passo

del Demignone

Il Lago di Belviso

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Valle de Vò

Al Passo di Venano

Il Rif. Tagliaferri

Passaggio attrezzato

sul 413

Passaggio attrezzato

sul 413

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Torrentello

Pascoli di Venano Alto

Passerella sul

Torrente del Vò

Cascata del Venano

Cascata del Vò

Agosto 2018

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Sentiero 414

Ponticello sulla

Valle del Venerocolino

Pecore al pascolo

Valle del Venerocolino e il Tre Confini

La crocetta di rami ai Laghi del Venerocolo

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Il Lago Bianco

del Venerocolo

Salendo verso il

Passo del Demignone

Il Lago di Belviso dal Passo del Demignone

Passerella prima del tratto attrezzato

Il tratto esposto

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Il Rif. Tagliaferri

Il Rif. Tagliaferri

Sentiero Cai 413

Nella Valle del Vò

Pascoli di Venano Alto

 

 

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