Bella montagna
che domina il bacino del Lago d’Arno e la Val
Ghilarda, a cavallo delle Province di Brescia e Trento. La sua posizione
isolata, assieme alla discreta quota (m 2809), garantisce dalla sua cima un
grande panorama di privilegio sul Gruppo meridionale dell’Adamello. Bellissima
inoltre la vista sul Re di Castello e sul
già citato Lago d’Arno. Purtroppo
l’itinerario di salita non è segnato e si avvale solamente di alcuni
opportuni ometti, anche se il percorso risulta
intuitivo. E’ una montagna, a torto poco frequentata, sicuramente per
la vicinanza del più ben noto Re di Castello, ma varrebbe la pena che venga
tenuta in maggior considerazione dagli escursionisti, anche perché la sua
salita non risulta mai difficile e nemmeno troppo ripida. E’ però
un’escursione abbastanza impegnativa, sia per il dislivello sia per lo
sviluppo dell’itinerario, per la quale vanno preventivate dalle otto alle
nove ore totali, a meno che non si decida di pernottare al Rif. Maria e
Franco, non troppo distante.
Itinerario
La prima parte della gita, sino a poco
prima del Passo di Campo, corrisponde allo stesso percorso già pubblicato
nelle schede relative al Lago di Campo e al Rif. Maria e Franco, con partenza dalla località Rasega (m 1174) di Valle di Saviore.
Riassumendo brevemente, dopo aver parcheggiato nei
pressi del campo sportivo, si attraversa il
ponte sul torrente Poia per
seguire le indicazioni per il Passo di Campo, sentiero CAI 20. Si risale il bosco tramite la
stretta mulattiera che con alcuni tornanti e alcuni tratti ripidi
raggiunge la Malga Campellio (m 1613), dopo
quasi un’oretta di cammino. Proseguendo, si passa da una radura (m 1859), dove si
ignora il bivio del Sentiero Cai 20/A, ma si prosegue in salita sino ad
incontrare a quota 2000 circa il sentiero (CAI 20/B) che sale dalla
diga del Lago d’Arno e che si immette sul
nostro sentiero (CAI 20). Da qui inizia la
lunga “traversera”, di circa 4 km
che mantenendosi in quota sopra al
lago d’Arno, conduce al Passo di
Campo (m 2298). (Da evidenziare che
lungo la “traversera” si incontra la deviazione per i ruderi della sottostante Ex caserma
Campellio della Grande Guerra, meritevole di una visita, magari al
ritorno).
Pochi minuti
prima di raggiungere il Passo di Campo, è necessario abbandonare il comodo
sentiero, per salire abbastanza ripidi sui
resti poco evidenti di una vecchia mulattiera militare. La deviazione (sulla sinistra) non ha
segnalazioni evidenti ma ha solamente, come riferimento, un ometto iniziale
posto a lato del sentiero (ed altri poi lungo il percorso) ed inizia appena
prima di un segnavia bianco rosso, ben visibile sulla roccia. In poco più
di una decina di minuti, si raggiungono i due piccoli e sconosciuti laghetti del Corno della Vecchia. Davanti a
noi la nostra meta appare evidente e quasi
severa. Ora il tracciato, della quasi scomparsa mulattiera militare,
risulta più evidente e lo si segue lasciandosi
alle spalle i due laghetti, sino a quando bisogna abbandonarlo deviando
a sinistra, per dirigersi verso il crinale
della nostra montagna. Per far questo, si attraversano prima in piano degli
sfasciumi, puntando in direzione di un evidente
canalino semi-erboso, che ci consentirà di raggiungere
il su-citato crinale. Raggiunta la cresta, che è la sud del M. Campellio, la si risale
abbastanza ripidi, tra rocce ed erba,
zigzagando dove risulta più comodo e tenendo come riferimento anche degli opportuni ometti, che di tanto in tanto
ci confortano sul buon esito della salita. Superato un tratto completamente pietroso, dopo circa
un’ora dal canalino, si raggiungono degli
evidenti resti di manufatti della Grande Guerra ed una grotta, mentre sotto di noi è ben
visibile il Lago d’Avolo (m 2395),
incassato in una conca sotto al M. Marosso. Si superano i ruderi verso sinistra, passando sotto ad un salto
roccioso per aggirarlo ed infine si percorre l’ultimo
e facile tratto di cresta, sino alla vetta segnalata
da un omino (m 2809).
Il Panorama,
nebbie permettendo, è ampio sulla Val Ghilarda e il suo Lago d’Arno, sulla
Valle di Saviore, verso il Monte Re di
Castello e sulla trentina Val Daone.
Il ritorno va effettuato con lo stesso
percorso dell’andata, ponendo attenzione nei
tratti più ripidi durante la discesa dalla cima e, cosa importante, nell’individuare il punto per ritrovare il
canalino col quale ritornare nellla conca
pietrosa che sovrasta i due laghetti.
Per tornare alla macchina, dalla vetta, sono
necessarie circa 4 ore!
Cartografia Ingenia mappa
Partenza
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quota
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Arrivo
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quota
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dislivello
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max
|
Tempo
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Km
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Difficoltà
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Data
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Rasega di Valle
di Saviore
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1174
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Monte Campellio
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2809
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1635
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h. 4.30/5.00
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EE+
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22/08/2018
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