|   Bella
    montagna che domina il bacino del Lago d’Arno
    e la Val Ghilarda, a cavallo delle Province di Brescia e Trento. La sua
    posizione isolata, assieme alla discreta quota (m 2795), garantisce dalla
    sua cima un grande panorama di privilegio sul Gruppo meridionale
    dell’Adamello. Bellissima inoltre la vista sul Re
    di Castello e sul già citato Lago d’Arno.
    Purtroppo l’itinerario di salita non è segnato e si avvale solamente di
    alcuni opportuni ometti, anche se il percorso
    risulta intuitivo. E’ una montagna, a torto poco frequentata,
    sicuramente per la vicinanza del più ben noto Re di Castello, ma varrebbe
    la pena che venga tenuta in maggior considerazione dagli escursionisti,
    anche perché la sua salita non risulta mai difficile e nemmeno troppo
    ripida. E’ però un’escursione abbastanza impegnativa, sia per il dislivello
    sia per lo sviluppo dell’itinerario, per la quale vanno preventivate dalle
    otto alle nove ore totali, a meno che non si decida di pernottare al Rif.
    Maria e Franco, non troppo distante. Itinerario La prima parte della
    gita, sino a poco prima del Passo di Campo, corrisponde allo stesso
    percorso già pubblicato nelle schede relative al Lago di Campo e al Rif. Maria e Franco, con partenza dalla località Rasega (m 1174) di Valle di Saviore.
    Riassumendo brevemente, dopo aver parcheggiato nei
    pressi del campo sportivo, si attraversa il
    ponte sul torrente Poia per
    seguire le indicazioni per il Passo di Campo, sentiero CAI 20. Si risale il bosco tramite la
    stretta mulattiera che con alcuni tornanti e alcuni tratti ripidi
    raggiunge la Malga Campellio (m 1613), dopo
    quasi un’oretta di cammino. Proseguendo, si passa da una radura (m 1859), dove si
    ignora il bivio del Sentiero Cai 20/A, ma si prosegue in salita sino ad
    incontrare  a quota 2000 circa il sentiero (CAI 20/B) che sale dalla
    diga del Lago d’Arno e che si immette sul
    nostro sentiero (CAI 20). Da qui inizia la
    lunga “traversera”, di circa 4 km
    che mantenendosi in quota sopra al
    lago d’Arno, conduce al Passo di
    Campo (m 2298). (Da evidenziare che
    lungo la “traversera” si incontra la deviazione per i ruderi della sottostante Ex caserma
    Campellio della Grande Guerra, meritevole di una visita, magari al
    ritorno). Pochi minuti prima di raggiungere il Passo di Campo, è necessario
    abbandonare il comodo sentiero, per salire abbastanza ripidi sui resti poco evidenti di una vecchia
    mulattiera militare. La deviazione (sulla
    sinistra) non ha segnalazioni evidenti ma ha solamente, come riferimento,
    un ometto iniziale posto a lato del sentiero (ed altri poi lungo il
    percorso) ed inizia appena prima di un segnavia bianco rosso, ben visibile
    sulla roccia. In poco più di una decina di minuti, si raggiungono i due
    piccoli e sconosciuti laghetti del Corno della
    Vecchia. Davanti a noi la nostra meta appare
    evidente e quasi severa. Ora il tracciato, della quasi scomparsa
    mulattiera militare, risulta più evidente e lo si segue lasciandosi alle spalle i due laghetti, sino a
    quando bisogna abbandonarlo deviando a sinistra, per dirigersi verso il crinale della nostra
    montagna. Per far questo, si attraversano prima in piano degli sfasciumi,
    puntando in direzione di un evidente canalino
    semi-erboso, che ci consentirà di raggiungere
    il su-citato crinale. Raggiunta la cresta, che è la sud del M. Campellio, la si risale
    abbastanza ripidi, tra rocce ed erba,
    zigzagando dove risulta più comodo e tenendo come riferimento anche degli opportuni ometti, che di tanto in tanto
    ci confortano sul buon esito della salita. Superato un tratto completamente pietroso, dopo circa
    un’ora dal canalino, si raggiungono degli
    evidenti resti di manufatti della Grande Guerra ed una grotta, mentre sotto di noi è ben
    visibile il Lago d’Avolo (m 2395),
    incassato in una conca sotto al M. Marosso. Si superano i ruderi verso sinistra, passando sotto ad un salto
    roccioso per aggirarlo ed infine si percorre l’ultimo
    e facile tratto di cresta, sino alla vetta segnalata
    da un omino (m 2795). Il Panorama, nebbie permettendo, è
    ampio sulla Val Ghilarda e il suo Lago
    d’Arno, sulla Valle di Saviore, verso il
    Monte Re di Castello e sulla trentina Val Daone. Il ritorno va effettuato con lo
    stesso percorso dell’andata, ponendo attenzione
    nei tratti più ripidi durante la discesa dalla cima e, cosa importante,
    nell’individuare il punto per ritrovare il
    canalino col quale ritornare nellla conca
    pietrosa che sovrasta i due laghetti. Per tornare alla macchina, dalla vetta,
    sono necessarie circa 4 ore!                                                                                                                      
    Cartografia Ingenia       mappa 
     
     
      | Partenza | quota | Arrivo | quota | dislivello | max | Tempo | Km | Difficoltà | Data |  
      | Rasega di Valle  di Saviore | 1174 | Monte Campellio | 2795 | 1621 |  | h. 4.30/5.00 |  | EE+ | 22/08/2018 |  
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