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Il Pizzo Tornello
(m 2687) è una cima isolata, panoramicamente stupenda, che divide la Valle del Gleno dalla Valle del Vo. La si raggiunge
normalmente risalendo la Valle
del Tino, particorlarmente ricca di acque e solcata dall’omonimo torrente,
partendo da Vilmaggiore. È la cima più alta del gruppo Tornello_Venerocolo. Il campo panoramico è davvero esteso a
360° e partendo da ovest in
senso orario, si possono vedere le cime più alte delle Orobie e per citarne
alcune, dal Pizzo del Diavolo di T.(m 2914), al Pizzo di Redorta (m 3039),
al Pizzo di Coca (m 3052), al Pizzo Recastello (m 2886), al M. Gleno (m
2886), ed al M. Torena (m 2911). Verso nord si possono
intravvedere le alte e lontane cime innevate del Bernina e delle Alpi di
Livigno e verso nordest
spicca il M. Adamello (m 3539). Verso sud ovviamente il panorama comprende
il Pizzo Camino (m 2491) e la
Presolana (m 2521).
Il raggiungimento di questa vetta è già di per se abbastanza
impegnativo ed anche molto appagante, perché durante la salita della Valle
del Tino, si passa dal bellissimo Lago di Varro (m 2236) e
nell’eventuale ritorno dalla stessa, con una variantina, si può
passare dall’altrettanto bel Lago
di Cornalta (m 2180), Gita questa che necessita senz’altro di essere
descritta in una SCHEDA a parte.
Tuttavia, dal Pizzo Tornello risulta intrigante proseguire verso il Rif. Tagliaferri (m 2328), il
più alto delle Orobie ed effettuare il rientro dalla Valle del Vò. Questo implica
anche un problemino nella parte finale perché tornerebbe comodo aver
preparato un’auto alla località Paghera (Ronco) con cui tornare a
Vilmaggiore. In questa escursione, noi avevamo trovato un passaggio da un
gentil signore.
Un’altra alternativa per chiudere l’anello, molto interessante, è
quella di raggiungere
Vilmaggiore con un tratto della Via Decia prima, ed un tratto del
“Senter del Quader” dopo, allungando di circa 3,5 km e 130 metri di
dislivello la già impegnativa escursione. Più sotto
viene spiegato nel dettaglio il percorso da fare per questa opzione.

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Earth
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Cartina Gpx
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Traccia Gpx
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Traccia Decia/Quader Gpx
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Mappa
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Partenza
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quota
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Arrivo
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quota
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dislivello
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Tempo
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Km
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Difficoltà
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Data
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Chiesetta di Vilmaggiore
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1089
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Pizzo Tornello
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2687
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1598
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h. 3:40
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6
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E+
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11/09/2024
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Pizzo Tornello
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2687
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Rif. Tagliaferri
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2328
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+50
-410
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h. 1:15
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3
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E+
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Rif. Tagliaferri
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2328
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Parcheggi loc. La Paghera
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1100
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-1228
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h. 3:00
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8,5
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E+
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ITINERARIO:
Partenza quindi da
Vilmaggiore dove è possibile parcheggiare (a pagamento con gratta e sosta dal 01/06 al 30/09, dalle 5.00 alle
15.30) nei pressi della chiesetta della
SS Trinità (se siete fortunati)
oppure vicino alla latteria sociale montana. Proprio dal lato opposto della
chiesetta, si imbocca il sentiero segnalato
CAI 412 per il Pizzo Tornello, che inizialmente
corre assieme al 432 ed al 439 e al “Senter del
Quader”, il cui simbolo è un triangolo rosso orientato.
Evitare di partire dal
tornante poco più avanti e
poco più in basso, in quanto si rischia di dover fare i “Rambo” per la presenza di
numerose piante cadute sul percorso, situazione trovata a settembre 2024, a
meno che sia stato sistemato.
Dopo pochi minuti si tralascia la deviazione verso destra del 439
per continuare dritti sul versante orografico
sinistro della Valle del Tino, attraversata dall’omonimo torrente. Più
avanti si ignora anche la
deviazione verso sx del 432 dove si inizia a risalire il bosco di larici. Alla
quota di circa 1650 metri e dopo circa un’ora e mezza di cammino si esce
dal bosco ed il paesaggio si
apre verso i contrafforti rocciosi che dominano la parte alta della Valle
del Tino, mentre volgendo lo
sguardo a ritroso appare maestosa la Presolana. Verso i 1830 metri di quota,
si ignora la deviazione verso la Baita di Varro ed il Lago di Cornalta e
più avanti, dopo aver attraversato verso sx il torrente, si
raggiunge un grandissimo omino
(m 2140). Si continua sul bel sentiero, ora meno ripidi e si va a
riattraversare verso dx il torrente, alimentato da una suggestiva
cascata, dove si intuisce che siamo vicini al Lago di Varro. Infatti
pochi minuti dopo si raggiunge questa
bellissima perla orobica (m 2236) che già di per se costituisce una
bella meta. Verso nord si eleva solitaria la cima del Pizzo Tornello
che, una volta che si è al lago, vale davvero la pena raggiungere mettendo
in cantiere, ancora un’ora circa di salita. Per fare ciò, sempre su
sentiero segnato, si acquista quota andando ad aggirare sulla sx il lago e
poi, molto più ripidi, si
va a raggiungere la evidente
sella situata tra la cresta sud del Pizzo Tornello e la Cresta nord del Pizzo Tornone
(m 2577). Questione di una manciata di minuti e camminando inizialmente sottocresta a destra della montagna, su
facili sfasciumi e roccette, si sale in cresta pochi metri prima della croce di
vetta (m 2687). Come già detto, il panorama è molto vasto in tutte
le direzioni, mentre in
presenza di nebbie porre attenzione sul precipite versante occidentale.
Anche qui, ovviamente, la gita risulta molto appagante e generalmente si
ritorna a Vilmaggiore con lo stesso percorso di salita, passando magari
anche dal Lago di Cornalta
con opportuna deviazione.
Estensione al Rifugio Tagliaferri:
Per raggiungere anche il
Rifugio Tagliaferri, si ritorna a ritroso, per circa 300 metri, sino alla relativa deviazione
verso sx, ben indicata su
di un masso, iniziando di fatto a degradare sul Sentiero Cai 430. Il percorso non è tutto in
discesa ma presenta anche alcuni saliscendi con dislivello positivo totale
di circa 100 metri, mentre lo sviluppo è di circa 3 km. Si percorre questo
tratto con direzione nord, in
ambiente veramente suggestivo, incontrando anche, verso sx, la deviazione per il Passo dei
Lupi (m 2570), visto che stiamo tagliando sulle pendici occidentali del
Monte dei Solegà (m 2632), situato non troppo lontano dal Passo di Belviso
(m 2518). Deviazione che ovviamente si ignora, continuando dritti sino ad
immetterci sul Sentiero Cai 321(Itinerario Naturalistico Antonio Curò ed
anche S.I.) e poco dopo anche 413 con
cui si raggiunge il vicino Rifugio
Nani Tagliaferri (m 2328), il più alto delle orobie, nei pressi del
Passo di Venano.
Ci aspetta ora il
ritorno, ancora lungo a dire il vero. Per far questo bisogna scendere nella
Val di Vò col classico e consolidato Sentiero 413,
ritornando in breve a ritroso verso il punto da cui siamo giunti, per poi
seguirlo in discesa. Oppure, inforcare nei pressi della bandiera, il cosiddetto
Sentiero della Bandiera, un poco ripido ma fattibilissimo,
che ci consente di tagliare notevolmente e sveltire la discesa. Questo
sentiero comunque ci immette più in basso, alla quota di circa 2050 metri,
sul sentiero principale.
Superati alcuni torrentelli che alimentano il principale Torrente Val di Vò
e aggirata in maniera quasi circolare una conca pascoliva, si passa
dalla Malga Venano di Sopra
(m 1864) e successivamente, perdendo quota in maniera più decisa verso sud,
si raggiunge la Malga Venano
di Mezzo (m 1685). Più sotto, su di un ponticello di legno si
attraversa il torrente
principale e seguendo il bel sentiero, parallelo al corso d’acqua, si
passa dai pascoli sotto alla Malga Venano di Sotto, situata su un
promontorio. Si continua in moderata discesa sul bel sentiero che
gradatamente rimane più alto
rispetto al torrente, in quanto quest’ultimo inizia ad essere più precipite sul fondo valle
che si fa sempre più stretto e irto, andando a formare più sotto delle
cascate, le conosciute cascate del Vò. Alla quota di circa 1480 metri si
entra nel bosco, predominante
di larici, sino a quando si incontra una biforcazione (m. 1220 circa): tenendo la destra si continua sul 413 con
destinazione Ronco (m. 1080 circa),
tenendo la sinistra si perde quota più repentinamente sul sentiero 413A con cui si va ad attraversare alla
quota di 1200 metri, il Torrente Val di Vò tramite un ponticello di legno,
oltre il quale si incontra subito il sentiero che verso sx, in pochissimi minuti,
conduce alla principale Cascate del Vò (m 1230), consigliato. Continuando
in discesa sulla sterrata 413A, anche tagliando opportunamente
tra i bei larici, si supera, tramite un altro ponte di legno, il
Torrente Valle di Venerocolino e ci si immette sul Sentiero
414, ormai vicini alle ampie
zone di parcheggio, poste sulla sx orografica del Torrente Val di Vò (m. 1060/1100 circa), dove si presume
si abbia parcheggiato il secondo mezzo.
Se si vuole
chiudere l’anello a Vilmaggiore, alla biforcazione di
cui sopra (m. 1220 circa), si
tiene la destra per rimanere sul Sentiero 413,
intercettando di fatto anche la nuova Via Decia
(terza tappa Vilminore-Schilpario)
che ovviamente si segue verso Vilminore in direzione di Ronco ma, prima di
raggiungere il piccolo borgo e la statale, si prende verso dx e rimanendo
sempre sulla Via Decia, si acquista un poco di dislivello per andare ad
attraversare la Valle Desiderata ed a costeggiare l’area boschiva che
sovrasta Ronco. Continuando, si supera il Torrente Val Blancone, ignorando
la deviazione che scende al cimitero di Barzesto, sino ad immettersi sul “Senter del Quader”
dove si lascia la Via Decia proseguendo in discesa. Da qui, con lievi
saliscendi, servono ancora 1,7 km circa per raggiungere il parcheggio della
Latteria Sociale di Vilmaggiore. Vedi
Cartina ___ Imm. Satellite ___ Scarica Traccia Gpx.
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Partenza
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quota
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Arrivo
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quota
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dislivello
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Tempo
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Km
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Difficoltà
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Bivio
413/413A
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1220
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Latteria Sociale Vilmaggiore
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1080
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+130
-270
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h. 1:00
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Km 4,72
|
E
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Cartina
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11/09/2024
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