Si tratta di un lungo e bellissimo anello
che, percorso in un senso o nell’altro, consente di effettuare una
magnifica traversata a mezza costa, lungo il versante
orografico destro della Val Grande, passando al di sopra della
vegetazione arborea nel lungo tratto di sentiero che viaggia ad una quota
di circa 2400 metri, con grandiosi panorami
sulla valle stessa e sulla cresta che va
dalla Punta di Pietra Rossa alla Cima Rovaia. Il Sentiero dell’Asino propriamente detto collega la Malga Val Grande o il Bivacco Saverio Occhi
alla Malga di Val Bighera, situata sotto la
Conca dei laghi Seroti e nei pressi del
Pianaccio ed è contraddistinto con vernice bianca e rossa (numerazione 2A). Ovviamente i tratti Grano-Malga Val Grande e Malga Val Bighera – Grano sono
necessari per la realizzazione dell’escursione circolare e permettono anche
di passare da numerosi alpeggi e località caratteristiche della Val Grande
e di percorrere la poco conosciuta Val Paraolo. Altra attrattiva di non
poco conto dell’escursione è il passaggio dal Lago
dei Seroti inferiore. Inoltre non è improbabile l’avvistamento di
cervi, camosci e pernici bianche.
Itinerario
Raggiungere Vezza d’Oglio e salire alla frazione di
Grano, superata la quale si può parcheggiare
nelle piazzole poste a lato della parte
finale di una lunga salita.
Si segue la stradetta inizialmente
acciotolata e quasi subito si ignora un bivio sulla
sinistra proseguendo sulla
sterrata che quasi in piano si inoltra verso la Val Grande.
Superate diverse baite ristrutturate si giunge ad un’altro bivio in località Piazzabue,
dove si mantiene la destra seguendo
le indicazioni per la Malga Val Grande e il Biv. S. Occhi. Dopo
pochi minuti di moderata salita, si incrocia la strada che sale dalla
Cappella dell’Acqua Calda (CAI 2) e da Vezza, sulla quale ci si immette, ed in breve si
raggiunge l’agriturismo di Val Grande a circa 1570 metri di quota. Si
prosegue sulla comoda sterrata che con minima pendenza risale la lunga
valle in direzione nord superando varie località, indicate da cartelli
posti a lato della carrabile. Alla quota di circa 1700 metri, si ignora la deviazione sulla sinistra per il
Sentiero dell’Asino e il Corno Tremoncelli e si continua oltrepassando
quasi subito la località Cappella di Caret
(m 1726), dove in cima ad un prato è situata una
vecchia chiesa che ricorda quelle del Far-West. Superato anche lo chalet Bramito, adagiato su un bel pascolo
pianeggiante al di là del torrente, si perviene all’alpeggio
di Malga Val Grande (m 1785). Qui si abbandona la strada diretta al
Bivacco Saverio Occhi (CAI 2), seguendo sulla sinistra il sentiero per
Malga Riguccio, indicato dalla puntuale
segnaletica. Ora il percorso diventa più ripido e dopo un deciso cambio
di direzione verso sud, si risale il costone
prativo fino ad arrivare al pianoro della diroccata
Malga Riguccio (m 2100). Si oltrepassa sulla destra una sorgente
d’acqua e si risale il vallone di “Reguc“, mantenendo
il centro dell’avvallamento fino al paletto
con segnaletica (sulla quale
nutro dei seri dubbi riguardo ai tempi indicati, specie per quelli relativi
al bivacco Occhi e alla malga Val Grande).
Spostandosi verso sinistra, si raggiunge il
crinale che scende dal Corno Tremoncelli e che divide il suddetto
vallone di “Reguc” dal vallone della “ Cengla”.
Il sentiero taglia un po’ a mezza costa tra pascolo sassoso e scesi nel
vasto pianoro dove si reincontra la segnaletica,
lo si risale dalla parte opposta, fino a
raggiungere una selletta che sfocia nel grande avvallamento
delle Valli, sovrastato a destra dai Corni di Cevole e a sinistra dai
Corni delle Valli. Ci si abbassa leggermente a destra, si superano i ghiaioni e si risale nuovamente,
fino ad arrivare ad una selletta sotto i
Corni delle Valli, toccando quote che superano i 2450 metri. Si supera un altro piccolo avvallamento e si continua fino
a raggiungere le pendici del Corno
dell’Omacciolo, dove il sentiero gira decisamente a destra, uscendo di
fatto dalla Val Grande. Si avanza a mezza costa
sul ripido pendio che degrada verso la Malga di Val Bighera, mentre
già lo sguardo può spaziare sul Pianaccio e sul
Monte Pagano. Quando si inizia a perdere quota e dopo aver oltrepassato
un breve tratto malagevolo e un ghiaione,
si perviene ad uno spiazzo erboso e poco
dopo alla segnaletica. Si segue l’evidente
traccia che in breve tempo scende al
bellissimo lago inferiore dei Seroti (m
2196), dove si incontra il sentiero (CAI 73) proveniente dai laghi Seroti
superiori. Si oltreppassa il bel lago e col
nuovo segnavia si raggiunge il sottostante alpeggio di Val Bighera (m 1991). Superata la malga, si seguono le indicazioni per Vezza d’Oglio imboccando il
sentiero CAI 3, col quale si esce dal Parco Nazionale dello
Stelvio dopo aver attraversato un ponte di
legno e col quale si perde velocemente quota nel bel bosco della Val
Paraolo. Si giunge quindi con facilità a valle,
dove si ripercorre a ritroso un breve tratto di
strada fatto alla partenza.
Cartografia Ingenia
mappa
Partenza
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quota
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Arrivo
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quota
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dislivello
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max
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Tempo
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Km
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Difficoltà
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Data
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Grano
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1350
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Grano
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1350
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Circa 1200
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h. 7/8
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20
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EE
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15/07/2016
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Nota: è consigliabile effettuare l’escursione in
assenza di neve e/o ghiaccio.
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