Il Bivacco Ugolini (m 3290) è il punto di
appoggio più vicino al M. Adamello (m
3539). Si trova a sud della Cima del Laghetto
(m 3364), sulla sua breve cresta che si stacca verso sud e che termina con la Cima Ugolini (m 3311), vicinissima al
bivacco e a nord del Passo dell’Adamello (m 3250). E’ quindi su di un
balcone panoramicissimo, verso l’Adamello
innanzitutto, ben visibile oltre la Cima del Laghetto, e che spazia,
ruotando verso destra (est e sud), dal Corno
Bianco (m 3427) al M. Fumo (m 3408), ai Corni di Salarno (m 3287) posizionati davanti al Carè Alto (m 3462), al Corno Miller (m 3372) e logicamente sul
vasto Ghiacciaio dell’Adamello; ruotando
verso sinistra (ovest e sud) è possibile scorgere parzialmente, oltre l’impervia cresta che collega la Cima del
Laghetto alla Cima Plem (m 3182), il Pantano dell’Avio e più lontano il Corno Baitone (m 3331),
terminando la grandiosa vista su tutta la Val
Miller, la vallata che bisogna risalire per qui giungere. Il sentiero
utilizzato è il CAI 623 ex 23 che parte dal
Ponte del Guat (m 1528), giungendo al bivacco con circa 1800 metri di
dislivello e quasi 10 km. Alla quota di circa 2930 metri inizia la ferrata Terzulli, più che altro un
itinerario attrezzato, abbastanza facile, ma inserito in un ambiente severo
e di alta montagna, con forte carattere alpinistico e perciò riservata ad
escursionisti esperti di ferrate e ambienti di alta quota. La “Via Terzulli” collega la Val Miller
con il Passo dell’Adamello (m 3250) e va
percorsa con l’attrezzatura idonea per le ferrate (imbrago, set da ferrata e caschetto, utile una corda per eventuali
discese in doppia al ritorno e/o per far sicura). Ovviamente, dal Passo
dell’Adamello, sono necessari i ramponi e piccozza consigliata, per
superare il breve tratto di ghiacciaio che ci separa dal bivacco,
indispensabili anche per l’eventuale salita al M. Adamello.
Itinerario
Parcheggiare al “Put del Guat” (m 1528), nell’alta Val
Malga, raggiungibile da Rino di Sonico o da Malonno o meglio ancora salire
sino al Rif. Malga Premassone (m
1589). Superato il ponte sul Torrente Remulo si seguono le
indicazioni del Sentiero CAI 623 ex 23 per il Rif.
Gnutti. Si continua quindi sulla strada selciata fino alla Malga Frino (m 1698) dove il
sentiero, all’inizio pianeggiante, diviene
sempre più ripido per affrontare la “Scala del Miller” con oltre 300 m
di dislivello. Superata la “scala”, il sentiero sale più dolcemente, passa
dalla Malga Miller (m 2116) e arriva
al Rifugio Serafino Gnutti (m 2183). Lasciato
il rifugio si prosegue sempre con il segnavia 623 ex 23 costeggiando
il Lago Miller (per un breve tratto affiancato anche dal
Sentiero 601 ex n.1) prima in modo pianeggiante e poi in
salita sino al piccolo laghetto Miller (m
2270). Con ripida traccia si continua sino
ad un pianoro dove è adagiato il Pantano
del Miller (m 2423), dal quale è già ben visibile la parete
sud-ovest della Cima del Laghetto. Si risale la vallata sempre più faticosamente, ma comunque su
sentiero sempre segnato e ben evidente, sino a raggiungere la quota di 2930
metri circa dove ha inizio il tratto molto
ripido, ma attrezzato nei punti più esposti e verticali, rappresentato
dalla “Via Terzulli”. E’
necessario e doveroso indossare l’imbrago con il kit da ferrata e il
caschetto,
quest’ultimo essenziale perché qualcuno sopra di noi, in salita o in
discesa, potrebbe smuovere e far precipitare sassi instabili.
La ferrata, o meglio ancora il sentiero attrezzato, si sviluppa sostanzialmente verso est in
direzione del sovrastante Passo dell’Adamello e sale alternando tratti
attrezzati con catene, molto ripidi ed esposti ma su buona roccia, a tratti di sentiero esposto e roccette. Sono
sempre presenti i bolli e/o ometti da seguire e la
traccia è ben evidente. A parte due o tre punti un pochino più
verticali ed esposti (da affrontare
con più cautela al ritorno) si può dire che in generale si procede
senza difficoltà degne di nota. Semmai le difficoltà derivano dall’ambiente severo, dalla lunghezza e dal
dislivello di tutto l’itinerario e dalla quota. Giunti
al Passo dell’Adamello o meglio poco sotto a circa 3240 metri, ci si
rampona per seguire il ghiacciaio verso sx, in direzione nord, mentre alle nostre spalle si eleva il caratteristico
Corno Miller (m 3372). Si sale lungo il consolidato percorso per la
classica salita all’Adamello mentre sopra di noi a sx appare la sagoma rossa del Bivacco Ugolini, il
quale parrebbe raggiungibile tagliando su dritti tra gli sfasciumi e le
rocce, ma questo è sconsigliatissimo in quanto la ripidità del tratto e i
massi instabili renderebbero molto pericolosa la salita. Bisogna invece
proseguire sul ghiacciaio guadagnando quota sino a quando si devia verso
sx, abbandonando il percorso verso l’Adamello, puntando il vicino bivacco che si raggiunge traversando con
direzione sud-ovest (m 3290).
Il bivacco è dotato di 4 posti per
dormire e alcune coperte, comunque poco spazioso per 4 persone, il
giusto e sufficiente per emergenza o al limite per affrontare la salita
all’Adamello il giorno dopo. Dal bivacco il panorama è suggestivo,
particolarmente al tramonto e all’alba.
Durante questa
escursione, effettuata alla fine del mese di agosto, eravamo in due, mentre
le previsioni meteo davano molto nuvoloso con rischio di pioggia il primo
giorno e magnifiche il giorno dopo, per cui abbiamo pensato di rischiare
sino al bivacco ed avere una garanzia di bel tempo per l’Adamello, se
proprio proprio c’era sempre il Rif. Gnutti come alternativa…partiti alle
11.00 da Malga Premassone, molto speditamente siamo arrivati all’attacco
della Terzulli mentre il tempo pareva esser clemente. Messo caschetto,
imbrago e set da ferrata abbiamo cominciato a salire un poco preoccupati per
il cielo coperto e minaccioso…infatti dopo mezz’ora ha iniziato a piovere,
fortunatamente in maniera debole ed in assenza di tuoni…giunti sotto al Passo dell’Adamello qualche
squarcio azzurro nel cielo ci ha rallegrato non poco mentre cessava anche
di piovere. Messi i ramponi, ci siamo
incamminati sul ghiacciaio che abbiamo trovato non in buono stato, in
special modo proprio il traverso per raggiungere il bivacco che presentava
ghiaccio vivo, nerastro e rotto, dove i ramponi non garantivano un grip
ottimale…Al bivacco, dove siamo giunti verso le 17.00 abbastanza
infreddoliti e inumiditi, c’erano altre due
persone che ci avevano preceduto di mezz’ora, già sotto le coperte
perché anch’essi umidi e infreddoliti…poco dopo un forte vento ha iniziato
a sferzare il bivacco, mentre il ticchettio della pioggia gelata sulla
lamiera della struttura contribuiva a rendere il momento suggestivo ma
anche preoccupante…prima del tramonto eravamo
già tutti fuori ad ammirare il paesaggio e le nuvole che stavano
assumendo una colorazione tendente al rosa,
presagio di bel tempo.
Salita all’Adamello
Credo di non avere mai dormito quella
notte, forse ho sonnecchiato qualche volta. Comunque, ancor prima dell’alba
già si preparavano gli zaini, mentre fuori
l’aria era frizzante ed il cielo sereno. Guardando sotto verso la Val Miller si potevano scorgere
alcune luci che piano piano si muovevano, probabilmente erano le pile
frontali di chi stava già in cammino per salire sull’Adamello. Qualche foto
era d’obbligo su questo paesaggio mozzafiato,
che piano piano si stava manifestando grazie al primo chiarore del mattino,
poco prima dello spuntar del sole; e poi ancor di più, quando verso le 6.30 i primi raggi del sole cominciavano
a far capolino da est , a sinistra della Cima Centrale del Dosson. Ultima foto e via a continuare l’avventura:
Uno dei due compari conosciuti al bivacco accompagnava l’amico al suo primo
Adamello, io stesso accompagnavo l’amico Jack alla sua prima salita. Ero
salito solo 2 volte in vetta, sempre dalla cresta sud-ovest mentre l’altro
accompagnatore diceva di essere sempre salito dalla est. Decisione presa: si sale da est e si scende da sud-ovest,
più lungo ma intrigante. è molto presto, il tempo è bello, siamo comunque
in vantaggio…quel giorno volevamo arrivare prima di tutti!
Dal bivacco, con molta
cautela, ci si abbassa verso la depressione che anticipa la cresta sud
della Cima del Laghetto e poi si degrada sul ghiacciaio sino alla traccia
che sale all’Adamello, tuttavia si procede verso nord est per andare ad
aggirare le pendici della montagna, prima quelle sud e poi quelle ovest
sino a individuare l’inizio delle roccette
della cresta est, che si risale abbastanza
agevolmente, seguendo segni e ometti,
con alcuni passaggi di I° e II° grado ma facilitati da alcuni pezzi di
corda nei punti più difficili. Tutto sommato, in due orette o poco più si arriva in vetta sfruttando questa
alternativa. Con giornata splendida panorama
altrettanto splendido, del quale parlano le foto inserite nella
sottotabella.
Alle 8.45 l’amico
Jack arrivava in vetta, anticipando di poco un giovane alpinista e
montanaro, un certo Nicola detto “Noccio”,
che andava di fretta perché voleva fare anche il
Corno Miller…lo incontrerò poi in altre escursioni in valle.
Si scende dalla normale sud-ovest e giunti
nuovamente al Passo dell’Adamello si mette
caschetto e imbrago per affrontare la Via Terzulli, ora in discesa e quidi con più attenzione e
cautela. Poi tutto a ritroso sino al rif.Gnutti e Malga Premassone.
Earth_N Earth_SW File Gpx Cartografia
Ingenia mappa
Partenza
|
quota
|
Arrivo
|
quota
|
dislivello
|
max
|
Tempo
|
Km
|
Difficoltà
|
Data
|
Rif. Malga Premassone
|
1585
|
Rif. Gnutti
|
2183
|
598
|
|
h. 1.30
|
4,2
|
E
|
26/08/2019
|
Rif. Gnutti
|
2183
|
Inizio
Via Terzulli
|
2930
|
747
|
|
h. 2.30
|
3,7
|
EE
|
Inizio
Via Terzulli
|
2930
|
Biv. Ugolini
|
3290
|
360
|
|
h. 2.00
|
1,1
|
EEA
|
Biv. Ugolini
|
3290
|
M.Adamello
Cresta est
|
3539
|
250
|
|
h. 2.15
|
1,7
|
EEA
|
27/08/2019
|
I tempi qui indicati sono tempi medi e comprensivi delle soste
dovute anche per indossare attrezzature ecc. ma sono comunque indicativi!
|