Bella e panoramicissima montagna. Il M. Coleazzo, le cui 3 cime raggiungono i 3000 metri di quota, è
una elevazione rocciosa situata a nord dell’abitato di Cané e costituisce
la parte terminale della dorsale sinistra
(orografica) della Val Cané. Quando si parla del Monte Coleazzo bisogna
evidenziare che è formato da tre cime ben distinte e
separate tra loro, rispettivamente di 3006 m quella ad est, 3029 m
quella a nord e 2977 m quella ad ovest. Sulle cartine, comprese quelle
militari, viene indicato quale Monte Coleazzo la cima di quota 3006 metri.
Alla Cima Est del M. Coleazzo, che ha la particolarità di essere bifida, si
può accedere per tre diversi itinerari (impegnativi) che hanno in comune il
passaggio dalla malga del Coleazzo.
Alle cime Ovest e Nord
del M. Coleazzo, l’accesso, per via normale, avviene esclusivamente
dalla Val di Cané!.
Itinerario
Raggiungere la località di Cortebona (m 1766), col Sentiero CAI 165, partendo dal parcheggio di Cané (m 1520)
oppure, consigliato, arrivare
alla suddetta direttamente in auto, ma rispettando l’orario valido per
l’accesso, come indicato sul cartello apposito situato nei pressi del parcheggio (entro le ore 9.00).
Dietro la baita di
Cortebona, sulla destra e nei pressi di una fontanella, diparte il sentiero
che porta principalmente, verso la Malga del Coleazzo e verso il monte omonimo. Inizialmente il sentiero sale il ripido pendio boscoso
verso destra. Giunti nei pressi di due baitelli,
uno dei quali destinato come mangiatoia per gli animali del parco, si deve
seguire il sentiero che sale a sinistra e che porta in un ampio vallone. Giunti ad una curva dove si
incrocia una stradina proveniente da destra, si deve girare a sinistra e
salire ripidi sul sentiero, fino a tornare nel vallone molto più in alto, dove termina la vegetazione arborea. Su di un
grande masso, una segnalazione dipinta su
pietra indica la direzione per il M. Coleazzo. Lo sguardo può spaziare
sia in direzione della dirimpettaia catena
Bles-Mattaciul-Tirlo-Glere, sia in direzione delle montagne adamelline. Si incontra anche una
sorgente d’acqua che scende dal ripido vallone. Appena sopra di un
centinaio di metri, si apre l’ampio vallone di
Stòl, chiamato dai locali “Alèta de la cùna”, caratterizzato dalla
presenza di un enorme masso, detto “balù de
la scurpiàna”. situato al centro del vallone stesso. Il sentiero tende a
perdersi anche se alcune tracce e sporadici
omini ci aiutano durante la salita, che comunque deve essere compiuta verso il grosso masso, situato alla quota di 2232 metri. Si continua a salire per pascoli e pietraie sino a raggiungere una
conca pietrosa, dove all’inizio della stagione estiva è possibile trovare residui di neve. Con un po’ di fortuna può
capitare di osservare, nel cielo che lambisce
le creste, il volteggiare dell’aquila. Da
qui si vedono in alto sulla destra due canali, colmi di sfasciumi e/o
innevati ad inizio dell’estate: quello di destra conduce alla Cima Nord del
M. Coleazzo (m 3029), quello di sinistra alla ovest (m 2977). Non è
possibile, se non per via in roccia, passare da una cima all’altra, per cui
visto che la nord è la più alta ed è anche sormontata da una croce, si
punta al canalone di destra, indicato alla base da un evidente paletto
bianco. Superato il paletto, ci si infila nel canalone e se ci fosse neve
dura potrebbero essere utili i ramponi e la piccozza. Senza neve la salita
risulta abbastanza faticosa per la inconsistenza del canalone, fatto di detrito e terriccio instabile. Man
mano che si sale, il canale si restringe e diventa più ripido, sino a
giungere ad una bocchetta a circa 3000 metri
di quota, tra la Cima Nord e la Cima Est. Dall’altro lato si stende ai
nostri piedi, circa 1400 metri più in basso, la
Valle delle Messi. E’ ben visibile anche una parte dei trinceramenti di Val Massa e la bocchetta stessa
(m 2500). Dalla nostra bocchetta infine, si sale a sinistra per lastre poco difficili sino a raggiungere la vetta (m 3029). La
Croce è stata rimessa lassù qualche anno fa (forse 2007), dopo che la
precedente era precipitata nel canalone, e si tratta di un’opera
dell’Artista trentino, Guglielmo Bertarelli. Magico il panorama, che spazia dalle vicine ed aspre creste delle Piramidi di Somalbosco, all’Adamello-Presanella ed all’Ortles-Cevedale.
Il ritorno a Cortebona
avviene in circa due ore, con lo stesso percorso di salita, osservando particolare cautela sul canale. Vale la pena
soffermarsi, qualche minuto, all’enorme masso
incontrato in salita, sul quale non è difficile
salire per effettuare qualche bello scatto
fotografico.
Earth file Gpx cartina
Partenza
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quota
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Arrivo
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quota
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dislivello
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max
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Tempo
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Km
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Difficoltà
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Data
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Cortebona
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1766
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Cima Nord del M. Coleazzo
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3029
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1263
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h. 2.30/3.00
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EE+
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06/07/2019
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