Il M.
Sasna è una vetta sopra i 2000, compresa nel Gruppo Coca
– Barbellino – Belviso,
facente parte del settore Orobico Orientale. E’ un monte rinomato e frequentato, specie nella
stagione dello Sci-Alpinismo, ed è costituito da una lunga
costiera che parte dal Passo della
Manina e che si estende in direzione nord-est, creando una evidente
Anticima e che, oltre la Cima, si dirama verso nord a formare il Monte
Crostaro (m 2103), e verso nord-est,
aldilà del Passo di Sasna, con la quota 2274
introducente nella lunga cresta che corre verso la Punta
Stefania (m 2730) e il Pizzo Tre Confini (m 2823).
Sia sull’Anticima
che sulla Vetta
principale, distanti tra loro pochi minuti, è presente una Croce. Tutto
questo esteso costolone, divide la vallata di
Valbondione ad occidente dalla Valle del Gleno
a oriente, e i suoi versanti sono, precipiti e
rocciosi verso Lizzola e la
Valbondione, più erbosi e
meno ripidi verso Nona di Vilminore. Il
vicino e poco conosciuto Monte Crostaro si eleva sopra le Baite di Sasna e
della conca che ospita i laghetti omonimi ed è raggiungibile più
comodamente dalla Valbondione.
La salita al M. Sasna in inverno ma senza
neve, è già presente nell’elenco di questo sito. L’escursione prevede
l’inizio dell’itinerario ad anello dalla frazione di Teveno. Nella gita che si propone qui sotto,
si fa riferimento ancora ad un anello ma con
partenza dalla frazione Nona e con presenza di neve per gran parte del
percorso, quindi in tal caso si consiglia vivamente di avere con se i
ramponi, necessari e utili per affrontare tratti più o meno ostici durante
la salita in cresta e/o durante la discesa. Come in tutti i percorsi
innevati, è importante informarsi e porre attenzione sulle condizioni del
manto nevoso e riferite a particolari tratti che potrebbero essere oggetto
di scariche e\o slavine; nello specifico di questa gita si intende quello che precede
la zona delle miniere
sino al Passo
della Manina. Nell’estate 2020 è
stata sistemata una nuova croce
sulla vetta, Pare che la vecchia
croce un poco sgangherata, sia caduta durante una forte tempesta nel
2018 o 2019.
Itinerario
Da Darfo Boario seguire la strada per la Val
di Scalve e Vilminore di Scalve e quindi le indicazioni per Pezzolo e Nona.
Nella piccola frazione, si lascia l’auto in un parcheggino
a sinistra della chiesa, in
fondo al paese.
Dal parcheggio si cammina lungo la strada
asfaltata in lieve salita fin dove finisce in uno spiazzo, quindi si prende
il Sentiero CAI
408
che si inoltra su una stradina
alberata. Si segue la strada
direzione NW mentre verso sinistra sotto di noi si può vedere
la valle incassata con la Baita Boa, che ci divide dal Pizzo di Petto e dal
Barbarossa, la dove alle loro
pendici passa il Sentiero CAI 407 che egualmente raggiunge il Passo
della Manina da Teveno. Piano piano la valle si
restringe e la nostra strada raggiunge
gli edifici delle vecchie miniere abbandonate, dove è situato il Rif. Cà Rosse
(m 1640). La strada finisce e si prosegue seguendo il
sentiero più marcato e comunque senza difficoltà, con uno strappetto
finale, si raggiunge la chiesetta
(m 1821) situata poco sopra il
Passo della Manina (m 1796). Il panorama è eccezionale e a NNW può
spaziare verso i giganti delle
Orobie. La piccola cappella/chiesetta ha due ingressi, uno lato Val di
Scalve ed uno lato Seriano sopra Lizzola.
Dal valico si segue la traccia che
traversa a destra (E), ignorando il Sentiero 304
delle Orobie e si inizia a risalire la dorsale SW
del monte, con
bella vista sulla sottostante Val Seriana a sinistra e le cime delle
Orobie Bergamasche. Con qualche saliscendi si giunge ad una sella da cui si
prosegue sul
versante seriano seguendo la traccia sempre evidente e che risale un pendio più
ripido, fino ad un pianoro.
Riconquistata la
cresta, la si segue sino a raggiungere, con breve
salita, la croce della prima cima del
Sasna (m 2205). Da questa in breve traversando sul semipiatto
crestone sommitale si giunge alla seconda
croce (m 2229). Grande il
panorama verso tutte le direzioni.
Per il ritorno, se
si vuole realizzare un’anello, conviene proseguire
brevemente sulla cresta seguendo le tracce del Sentiero CAI 409, che quì giunge
sempre dalla Nona, tramite la cosidetta Via degli Alpeggi e che rappresenta
l’alternativa di salita al monte, qualora si volesse realizzare l’anello in
senso inverso; si prosegue brevemente sulla cresta scendendo al
Passo del Sasna (m 2139) chiamato anche colletto, che si
affaccia sulla valle Bondione, quindi si perde
velocemente quota passando prima nei pressi
di una pozza (m 2063) e poco sotto vicino
ad una baita (m 2011)). Si continua con pendenza
più moderata fino a ignorare il bivio per la vicina Baita bella Valle
ed infine si perviene alle Baite
Saline (1795 m). Successivamente,
anche su tratti di strada cementata si degrada alla località
Esenne (m 1555). Ancora qualche decina di minuti e si arriva alla località Designo
e subito dopo alla
frazione Nona (m 1341) di Vilminore di Scalve.
P.S. Alla
località Esenne, nei pressi di una
cascina, al di sotto
della stessa, un sentiero verso destra consente di tagliare
dentro al bosco, evitando tutta la strada cementata e i suoi tornanti,
sino alla Nona.
Earth File Gpx mappa
Partenza
|
quota
|
Arrivo
|
quota
|
dislivello
|
max
|
Tempo
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Km
|
Difficoltà
|
Data
|
Nona
di Vilminore
|
1341
|
M. Sasna
|
2229
|
888
|
|
h. 3.00
|
6,9
|
EE
|
22/12/2018
17/01/2022
|
M. Sasna
|
2229
|
Nona
di Vilminore
|
1341
|
-888
|
|
h. 2.00
|
5,8
|
E+
|
|