image001.gif                                                                                                                                                  

 

   (seconda parte)Sopra i 2000                                                                                              

 DSCN1285_small.jpg

Ex Caserma Campellio

SCHEDA

Cartina_small.jpg 

Traccia

 

Caserma Campellio (m 2030) al Lago d’Arno (m 1817)

 

I ruderi della grandiosa Caserma Campellio, sono stati oggetto di recupero e valorizzazione negli anni 2015/2018 da parte degli Alpini della Valsaviore, su progetto della Comunità Montana di Valle Camonica. Con questo intervento si è voluto fare memoria di tutti quegli 86 giovani Soldati morti il 3 aprile 1916, travolti da una imponente valanga, nel primo pomeriggio mentre nella caserma si stava effettuando la consegna della posta. Oltre alle 86 vittime vi furono una quarantina di feriti, nella valanga accreditata come la più terribile caduta sull’Adamello.

Il Lago d’Arno è un lago alpino situato in una conca di origine glaciale a sud-est della Valle di Saviore ed è lungo circa 2400 m, largo al massimo 430 m ed ha una forma a "S" allungata. Con una superficie a massimo invaso di 86,2 ettari è il più vasto lago della Val Camonica. E’ alimentato dal torrente chiamato Ghilarda, per questo la Valle d'Arno, una delle tre convalli della Val Saviore (le altre due sono quella di Salarno e quella d'Adamé) è nota anche come Val Ghilarda. Le sue acque, imbrigliate da una diga, sono utilizzate per la produzione di energia idroelettrica e alimentano la centrale di San Fiorano, grazie a un dislivello di circa 1300 metri. Il lago è raggiungibile solamente a piedi, essendo stata smantellata la teleferica di servizio agli impianti di sbarramento.

 

Itinerario

Raggiungere la località disabitata di Isola (l’ultimo residente è morto nel 2016, c’è solo qualche emigrato che torna nel periodo estivo per le vacanze), frazione di Cevo, dove è possibile trovare parcheggio oltre il ponte sul Torrente Poia, svoltando subito a sinistra (m 886). Si prende il vicino Sentiero n. 88 che inizialmente, con direzione est, si inoltra nel bosco sino a quando, dopo pochi minuti, comincia a salire verso sud su quella che un tempo era una mulattiera militare. Infatti nel suo sviluppo non risulta mai essere ripida, rispettando le caratteristiche dei tracciati militari, cioè quelle di un procedere con pendenze costanti, magari con numerose svolte, ma che alla fine superano notevoli dislivelli senza mai creare affanno e comunque con tempi abbastanza veloci. Dopo qualche centinaio di metri dalla partenza, si passa vicino ad un prato con cascina e si inizia a prendere quota risalendo con numerosi tornanti le pendici boscose e ripide del versante nord-occidentale del M. Zucchello (m 2112). Dopo aver attraversato, con un ponticello, la sede delle ex condotte forzate e piano inclinato della ex centrale di Isola, ci si avvicina al torrente Rio Piz (che rimane comunque incassato nella valle) e si transita in prossimità di alcuni sostegni della ex funivia Isola-Arno. Si continua fino a quando si riattraversa la sede delle ex condotte forzate e successivamente, sempre comodi, si inizia a salire un poco più ripidamente sul sentiero, che fattosi un poco più stretto raggiunge il bivio col Sentiero 20 A proveniente da sinistra (dalla Val Scandolera) e dalle vicine costruzioni dell’ex impianto idroelettico. Intercettatolo, si prosegue semipianeggianti verso destra, passando quasi subito sotto una brevissima galleria oltre la quale, a poca distanza, iniziano due brevi camminamenti sotterranei (utili le pile frontali ma non indispensabili) che ci portano a distanza ravvicinata con la grande diga del Lago d’Arno. Qualche minuto di moderata salita e si raggiungono le prime costruzioni dell’invaso (sulla sinistra, sotto la volta di una di queste, è ricavata una piccola area di riparo e bivacco). Poco più avanti, al bivio del Sentiero 22 (sentiero dei 3 fratelli), si può camminare lungo tutto lo sbarramento della diga. Siamo alla quota di m. 1817 come indicato sui cartelli, dopo circa 2 ore e mezzo di cammino e quasi 6 km, ma la parte più impegnativa si può dire superata.

Dalla diga, seguendo le indicazioni del Sentiero 89 (per Rif. Maria e Franco), si prosegue in piano per circa 2 km su quella che rappresenta la stradetta di servizio dell’invaso, sino alla Centrale Elettrica di Campellio: poco dopo l’inizio di questo tratto, si incontra sulla sinistra una indicazione per la Caserma Campellio con sentierino che sale nel bosco, che va ignorata, continuando dritti con bella visuale sul sottostande Lago d’Arno, alternando tratti in gallerie paravalanghe. Raggiunta la Centrale (m 1825) si devia necessariamente a sinistra sul sentiero inizialmente gradinato dove una freccia segnaletica indica, assieme alla nostra meta, anche il Passo di Campo. Tuttavia, poco sopra, si abbandona quello che è il Sentiero 89 per svoltare decisamente a sinistra su sentierino segnalato che , verso nord, sale abbastanza deciso zigzagando nel bosco, a sinistra di una condotta forzata. In circa 30 minuti, sempre supportati da alcune frecce segnaletiche in legno e dopo aver lambito un edificio di servizio della condotta, si raggiungono le mura della Caserma Campellio (m 2030). La visione d’insieme di tutta la struttura, fatta di mura recuperate e restaurate, incastonata in un paesaggio dove, da una parte spicca il verde del bosco e dall’altra le alte montagne a dominar il profondo solco del lago, è a dir poco suggestiva; La vista può allungarsi verso le vette che vanno dal M. Re di Castello alla Cima Dernal, alle Cime di Val Ghilarda, al M. Frisozzo, ai Corni di Dois, alla Cima del Volano, alla Cima Sablunera, alle Cime delle Basse e a quelle di Barbignaga. Alcune bacheche illustrano e spiegano la storia della Caserma Campellio, una in particolare ricorda tutti i nomi dei soldati che qui perirono sotto la valanga del 3 Aprile 1916.

Per il ritorno bisogna percorrere in breve salita, circa 10 minuti, il tratto di sentiero che collega la caserma al sovrastante Sentiero 20, chiamato anche Traversera. Lo si intercetta alla quota di circa 2075 metri, massima quota di tutta l’escursione. Lo si segue verso sinistra (ovest) mentre verso destra (est), mantenendosi in quota quasi costante, il sentiero si dirige verso il Passo di Campo. Mentre si percorre questo tratto di Traversera, la vista può spaziare sul sottostante Lago D’arno. Poco dopo si ignora la deviazione del Sentiero 20B che scende verso la Diga, situata ormai a oltre 300 metri di dislivello, ben visibile sotto di noi. Il sentiero, sempre il n. 20, inizia ad aggirare il versante occidentale e poi settentrionale del M. Zucchello, degradando successivamente verso la Val Scandolera, mentre di fronte a noi è appare, in tutta la sua lunghezza, la Valle Adamè. Alla quota di circa 1750 metri si entra in un bel bosco di larici e abeti, incontrando poco dopo 5 croci a ricordo di militari morti durante la Guerra di Liberazione. Più sotto si transita nei pressi della Malga Campellio (m 1607), che pare inutilizzata. Si continua a perdere quota, svoltando numerose volte nel bosco col sentiero che, a volte, costeggia rocce umide arricchite da una grande quantità di felci, a volte, supera piccoli torrentelli. Finalmente, dopo quasi 2 ore di discesa, si raggiungono le prime case della località Rasega di Valsaviore (m 1174) dove, al di là del ponte, è possibile trovare eventuale refrigerio grazie ad una bella fontana di acqua fresca. Da qui, si ignora la vicina strada asfaltata, ma si segue in modesta discesa l’ampia sterrata che costeggia la sponda orografica destra del Torrente Poia. Questa fa parte di un tratto del percorso La Via della “Bionda”, sicuramente riferita alla capra dell’Adamello. La discesa è piacevole ed anche il paesaggio, costituito da alcune cascine con bei prati e dalla costante presenza del torrente che in diversi punti crea dei piccoli laghetti invitanti. In circa 40 minuti dalla Rasega, si chiude l’anello a Isola e l’interessante escursione.   

 

 

   Earth                   File Gps                                                                          Cartografia Ingenia      mappa 

Partenza

quota

Arrivo

quota

dislivello

max

Tempo

Km

Difficoltà

Note

Località Isola

(Cevo)

886

Diga del

Lago d’Arno

1817

931

h. 2.30

5,5

E

30/07/2022

Diga del

Lago d’Arno

1817

Caserma Campellio

2030

213

h. 1.00

3,2

Caserma Campellio

2030

Località Isola

(Cevo)

886

+55

-1189

h. 3.00

9,3

 

 

DSCN1182.jpg

DSCN1191.jpg

DSCN1207.jpg

DSCN1211.jpg

DSCN1217.jpg

Fontana a Isola

La mulattiera militare

Inizio tratto coperto

Panorama

La diga

DSCN1219.jpg

DSCN1229.jpg

DSCN1238.jpg

DSCN1258.jpg

DSCN1262.jpg

Panorama sulla Vallecamonica

Sulla diga

Il Lago d’Arno

Il Lago d’Arno

Il Lago d’Arno

DSCN1275.jpg

DSCN1276.jpg

DSCN1282.jpg

DSCN1286.jpg

DSCN1291.jpg

Le mura della

Caserma Campellio

Si vede la Pozza d’Arno

Caserma Campellio

Caserma Campellio

Caserma Campellio

DSCN1295.jpg

DSCN1297.jpg

DSCN1304.jpg

DSCN1323.jpg

DSCN1325.jpg

Caserma Campellio

Caserma Campellio

Caserma Campellio

Caserma Campellio

Caserma Campellio

DSCN1329.jpg

DSCN1331.jpg

DSCN1337.jpg

DSCN1348.jpg

DSCN1349.jpg

La dedica ai soldati

Sentiero Traversera

La valle Adame’

Laghetto sul

Torrente Poia

Cascina ristrutturata

DSCN1351.jpg

DSCN1354.jpg

DSCN1358.jpg

DSCN1361.jpg

DSCN1362.jpg

Cascine sul

Torrente Poia

Scendendo verso Isola

Scendendo verso Isola

Laghetto sul

Torrente Poia

Laghetto sul

Torrente Poia

 

 

   (seconda parte)Sopra i 2000