I ruderi della grandiosa Caserma Campellio,
sono stati oggetto di recupero e valorizzazione negli anni 2015/2018 da
parte degli Alpini della Valsaviore, su progetto della Comunità Montana di
Valle Camonica. Con questo intervento si è
voluto fare memoria di tutti quegli 86 giovani Soldati morti il 3
aprile 1916, travolti da una imponente valanga, nel primo pomeriggio mentre
nella caserma si stava effettuando la consegna della posta. Oltre alle 86
vittime vi furono una quarantina di feriti, nella valanga accreditata come
la più terribile caduta sull’Adamello.
Il Lago d’Arno è un lago alpino situato in una
conca di origine glaciale a sud-est della Valle di Saviore ed è lungo circa 2400 m, largo
al massimo 430 m ed ha una forma a "S" allungata. Con una
superficie a massimo invaso di 86,2 ettari è il più vasto lago della Val
Camonica. E’ alimentato dal torrente chiamato Ghilarda, per questo la Valle
d'Arno, una delle tre convalli della Val Saviore (le altre due sono quella
di Salarno e quella d'Adamé) è nota anche come Val Ghilarda. Le sue acque,
imbrigliate da una diga, sono utilizzate per la produzione di energia idroelettrica e alimentano la centrale di San
Fiorano, grazie a un dislivello di circa 1300 metri. Il lago è
raggiungibile solamente a piedi, essendo stata smantellata la teleferica di servizio agli impianti di
sbarramento.
Itinerario
Raggiungere la località disabitata di Isola (l’ultimo
residente è morto nel 2016, c’è solo qualche emigrato che torna nel periodo
estivo per le vacanze), frazione di Cevo, dove è possibile trovare parcheggio oltre il ponte sul Torrente
Poia, svoltando subito a sinistra (m 886). Si prende il vicino Sentiero n. 88 che inizialmente, con direzione
est, si inoltra nel bosco sino a quando, dopo pochi minuti, comincia a salire verso sud su quella che un
tempo era una mulattiera militare. Infatti nel suo sviluppo non risulta mai
essere ripida, rispettando le caratteristiche dei tracciati militari, cioè
quelle di un procedere con pendenze costanti, magari con numerose svolte,
ma che alla fine superano notevoli dislivelli senza mai creare affanno e
comunque con tempi abbastanza veloci. Dopo qualche centinaio di metri dalla
partenza, si passa vicino ad un prato con
cascina e si inizia a prendere quota
risalendo con numerosi tornanti le pendici boscose e ripide del versante
nord-occidentale del M. Zucchello (m 2112). Dopo
aver attraversato, con un ponticello, la sede delle ex
condotte forzate e piano inclinato della ex centrale di Isola, ci si
avvicina al torrente Rio Piz (che rimane comunque incassato nella valle) e
si transita in prossimità di alcuni sostegni della ex funivia Isola-Arno.
Si continua fino a quando si riattraversa la sede delle ex condotte forzate
e successivamente, sempre comodi, si inizia
a salire un poco più ripidamente sul sentiero, che fattosi un poco più
stretto raggiunge il bivio col Sentiero 20 A proveniente da sinistra (dalla Val
Scandolera) e dalle vicine costruzioni dell’ex impianto idroelettico.
Intercettatolo, si prosegue semipianeggianti verso destra, passando quasi
subito sotto una brevissima galleria oltre
la quale, a poca distanza, iniziano due brevi camminamenti
sotterranei (utili le pile frontali ma non indispensabili) che ci
portano a distanza ravvicinata con la grande
diga del Lago d’Arno. Qualche minuto di moderata salita e si
raggiungono le prime costruzioni dell’invaso (sulla sinistra, sotto la
volta di una di queste, è ricavata una piccola
area di riparo e bivacco). Poco più avanti, al bivio del Sentiero 22 (sentiero dei 3
fratelli), si può camminare lungo tutto
lo sbarramento della diga. Siamo alla quota di m. 1817 come indicato sui cartelli, dopo circa 2 ore e
mezzo di cammino e quasi 6 km, ma la parte più impegnativa si può dire
superata.
Dalla diga, seguendo le indicazioni del Sentiero 89 (per Rif. Maria e Franco), si
prosegue in piano per circa 2 km su quella che rappresenta la stradetta di servizio dell’invaso, sino
alla Centrale Elettrica di Campellio: poco dopo l’inizio di questo tratto,
si incontra sulla sinistra una indicazione per la Caserma Campellio con
sentierino che sale nel bosco, che va ignorata, continuando dritti con bella visuale sul
sottostande Lago d’Arno, alternando tratti in gallerie paravalanghe.
Raggiunta la Centrale (m 1825) si devia necessariamente a sinistra sul
sentiero inizialmente gradinato dove una freccia segnaletica indica, assieme alla
nostra meta, anche il Passo di Campo. Tuttavia, poco sopra, si abbandona quello che è il Sentiero 89 per svoltare
decisamente a sinistra su sentierino segnalato che , verso nord, sale
abbastanza deciso zigzagando nel bosco, a sinistra di una condotta forzata.
In circa 30 minuti, sempre supportati da alcune frecce
segnaletiche in legno e dopo aver lambito un
edificio di servizio della condotta, si raggiungono le mura della Caserma Campellio (m 2030). La
visione d’insieme di tutta la struttura,
fatta di mura recuperate e restaurate, incastonata in un paesaggio dove, da
una parte spicca il verde del bosco e dall’altra le alte montagne a dominar
il profondo solco del lago, è a dir poco suggestiva; La vista può
allungarsi verso le vette che vanno dal M. Re
di Castello alla Cima Dernal, alle Cime di
Val Ghilarda, al M. Frisozzo, ai Corni di Dois, alla Cima del Volano,
alla Cima Sablunera, alle Cime delle Basse e a
quelle di Barbignaga. Alcune bacheche illustrano
e spiegano la storia della Caserma Campellio, una in particolare ricorda
tutti i nomi dei soldati che qui perirono sotto la valanga del 3 Aprile
1916.
Per il ritorno bisogna percorrere in breve salita, circa 10 minuti,
il tratto di sentiero che collega la caserma al sovrastante Sentiero 20, chiamato anche Traversera. Lo si intercetta
alla quota di circa 2075 metri, massima quota di tutta l’escursione. Lo
si segue verso sinistra (ovest) mentre verso destra (est), mantenendosi
in quota quasi costante, il sentiero si dirige verso il Passo di Campo.
Mentre si percorre questo tratto di Traversera, la vista può spaziare sul sottostante Lago D’arno. Poco dopo si
ignora la deviazione del Sentiero 20B che scende verso la Diga, situata
ormai a oltre 300 metri di dislivello, ben
visibile sotto di noi. Il sentiero, sempre il n.
20, inizia ad aggirare il versante
occidentale e poi settentrionale del M. Zucchello, degradando
successivamente verso la Val Scandolera, mentre di fronte a noi è appare,
in tutta la sua lunghezza, la Valle Adamè.
Alla quota di circa 1750 metri si entra in un bel bosco di larici e abeti,
incontrando poco dopo 5 croci a ricordo di
militari morti durante la Guerra di Liberazione. Più sotto si transita nei
pressi della Malga Campellio (m 1607), che
pare inutilizzata. Si continua a perdere quota, svoltando numerose volte
nel bosco col sentiero che, a volte, costeggia
rocce umide arricchite da una grande quantità di felci, a volte, supera piccoli torrentelli. Finalmente, dopo
quasi 2 ore di discesa, si raggiungono le prime
case della località Rasega di Valsaviore (m 1174) dove, al di là del
ponte, è possibile trovare eventuale refrigerio grazie ad una bella fontana
di acqua fresca. Da qui, si ignora la vicina strada asfaltata, ma si segue
in modesta discesa l’ampia sterrata che
costeggia la sponda orografica destra del Torrente
Poia. Questa fa parte di un tratto del percorso La Via della “Bionda”, sicuramente riferita
alla capra dell’Adamello. La discesa è
piacevole ed anche il paesaggio, costituito da alcune cascine con bei prati e dalla costante presenza del torrente che in diversi punti
crea dei piccoli laghetti invitanti. In
circa 40 minuti dalla Rasega, si chiude l’anello a
Isola e l’interessante escursione.
Earth File Gps Cartografia
Ingenia mappa
Partenza
|
quota
|
Arrivo
|
quota
|
dislivello
|
max
|
Tempo
|
Km
|
Difficoltà
|
Note
|
Località Isola
(Cevo)
|
886
|
Diga del
Lago d’Arno
|
1817
|
931
|
|
h. 2.30
|
5,5
|
E
|
30/07/2022
|
Diga del
Lago d’Arno
|
1817
|
Caserma Campellio
|
2030
|
213
|
|
h. 1.00
|
3,2
|
Caserma Campellio
|
2030
|
Località Isola
(Cevo)
|
886
|
+55
-1189
|
|
h. 3.00
|
9,3
|
|